Acqui, la comunità musulmana: “Centro culturale? Ci siamo quasi”
La scorsa settimana è stata celebrata la fine del Ramadan. Entro l’anno in corso Divisione?
ACQUI TERME – Oltre mille fedeli si sono riuniti nella mattinata di mercoledì 10 in strada Sott’Argine per celebrare l’Id al-Fitr, organizzato dalla comunità musulmana di Acqui Terme.
La festa di fine Ramadan da alcuni anni si svolge alla periferia della città – fino al 2021 la preghiera collettiva aveva luogo a Strevi in via della Nave – nell’area dell’ex stabilimento ‘Sider Acquese’. Alla cerimonia era presente anche il sindaco Danilo Rapetti, per portare un saluto a nome dell’amministrazione comunale.
“I lavori sono quasi finiti”
Una comunità, quella musulmana, che continua a crescere e che, di conseguenza, ha bisogno di più ampi spazi in cui poter svolgere le proprie iniziative culturali, aggregative, ludiche e di preghiera. Al più tardi nel 2025 (forse anche prima..) tali attività potranno avere luogo nel nuovo centro culturale di corso Divisione. L’opera di ristrutturazione dell’edificio, infatti, è ormai in fase di ultimazione.
«I lavori dovrebbero concludersi nel giro di cinque o sei mesi», spiega Mohammed El Hlimi, presidente del Centro Islamico Culturale, «dopodiché saremo pronti a lasciare l’attuale sede di via Nizza, diventata ormai davvero troppo piccola. Abbiamo acquistato il capannone dell’ex Stilvetro una ventina di anni fa e dal 2021 stiamo portando avanti la sistemazione degli spazi interni ». Un’area di circa 450 metri quadrati che comprenderà tre aule, un ufficio, una sala per la preghiera, i servizi igienici e anche una cucina.
“Servirebbe un cimitero”
Il centro culturale islamico di via Nizza 133 è da anni un punto di riferimento per i fedeli di tutto l’Acquese: «Da sempre – sottolinea El Hlimi – organizziamo diversi tipi di attività, ma in molti casi abbiamo dovuto utilizzare spazi esterni. Come ad esempio le aule degli istituti scolastici per i nostri corsi di doposcuola e di alfabetizzazione ». Già nel 2009 e in più occasioni negli anni successivi la comunità musulmana aveva chiesto il sostegno del Comune per l’apertura del nuovo centro culturale, «ma ogni volta si presentava qualche tipo di impedimento. Così abbiamo deciso di muoverci in autonomia, rimettendo a nuovo il capannone totalmente a nostre spese. Ora, però, sembra che a livello istituzionale qualcosa stia cambiando».
Tra le criticità già sollevate da El Hlimi anche la mancanza in zona di un cimitero. «Ad Alessandria i posti disponibili sono sempre più limitati. Tra l’altro, col passare degli anni, sono sempre meno anche coloro che chiedono di essere sepolti nei Paesi di origine».