EcoSentieri, Nizza e la tromba suonata “per ragioni erotiche”
La trentesima puntata della serie dedicata a Umberto Eco e realizzata da Brunello Vescovi
Nasce nella primavera del ‘43 il forte rapporto di Umberto Eco con Nizza Monferrato. Sfollato da Alessandria con la famiglia, lì resterà fino alla Liberazione. In un’intervista raccontò di aver imparato a suonare il flicorno contralto, o genis, proprio a Nizza, dove aveva fatto parte della banda.
E si era preso anche una cotta per una bambina del luogo, proprio come il suo personaggio Jacopo Belbo nel “Pendolo di Foucault”, che sognava di suonare la tromba (altro elemento autobiografico) nella banda per fare colpo su Cecilia. Eco ammetterà che l’amore per la tromba lo riportava ai tempi dell’infanzia, quando frequentava l’oratorio salesiano guidato da don Giuseppe Celi, il sacerdote originario del padovano che somiglia molto a don Tico del Pendolo di Foucault. E sono tanti in quel libro i riferimenti al periodo di Nizza, camuffati cambiando nomi.
E a Nizza Eco ricordava anche i tanti pomeriggi al cinema, dove entrava gratis grazie a una corsia preferenziale apertagli da un conoscente dello zio.
L’autore
Brunello Vescovi, giornalista, per trent’anni si è occupato di cultura e spettacolo alla redazione de La Stampa di Alessandria. Ama il teatro, le partite dell’Inter e i film di Woody Allen. L’idea di un podcast su Umberto Eco è nata in lui con con un obiettivo: svelare – anche dando voce ad altri – una serie di aspetti poco conosciuti della vita del Professore. In particolare i legami con la città natale, mai ostentati – con spirito squisitamente alessandrino – ma dimostrati nei fatti, anche attraverso le citazioni, a volte vaghe, a volte evidenti, che si ritrovano nelle pagine dei suoi romanzi. E raccontare l’importanza degli anni trascorsi al liceo Plana, dove fu studente vivace e ideatore di tante iniziative: oggi quella scuola porta il suo nome e i familiari sono convinti che non gli dispiacerebbe affatto.