Coldiretti Piemonte: "Finalmente stop a burger e salsiccia fake"
TORINO - "Parlamento, stop all’uso distorto di denominazioni tradizionalmente riferiti a prodotti a base di carne ma composti su base…
ALESSANDRIA – Al Brennero ci sono anche i rappresentanti (circa 200 tra quelli arrivati ieri e quelli che oggi sono giunti al confine) di Coldiretti Alessandria, a dar manforte ad altri gruppi dell’organizzazione agricola impegnata al “controllo della frontiera” per scongiurare l’arrivo di prodotti che poco hanno a che fare col Made in Italy anche se, il più delle volte, sono spacciati come tali.
Cosce di maiale danesi dirette a Modena che rischiano di diventare prosciutti italiani; uva indiana spedita a Novara; frutta sudafricana proveniente dalla Moldavia con direzione Sicilia; preparati industriali a base di uova fatti in Polonia e attesi a Verona. Ed anche un tir carico di grano senza tracciabilità. Sono solo alcuni esempi del “fake in Italy” scoperti dalla Coldiretti con il supporto delle forze dell’ordine i tir carichi di prodotti alimentari provenienti dall’estero.
“Il Brennero – spiega il presidente provinciale, Mauro Bianco – è un luogo fortemente simbolico per il passaggio dei falsi prodotti Made in Italy che invadono il nostro mercato ed è da qui che rilanciamo la nostra battaglia sulla trasparenza dell’origine in etichetta che è un diritto dei cittadini europei. Ci dicevano che non avremmo trovato camion in ingresso che trasportavano prodotti agroalimentari come li avevamo trovati negli anni passati, ma purtroppo i fatti hanno dimostrato esattamente il contrario. Troppi prodotti stranieri diventano italiani varcando i nostri confini. Questo non è più accettabile”.
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Secondo un’analisi Coldiretti, diffusa proprio in occasione della mobilitazione in atto al Brennero, frutta e verdura sono al primo posto per numero di segnalazioni, pari al 30% del totale.
Si va dai pistacchi turchi e iraniani con alti livelli di aflatossine alle carote dall’Egitto con residui di Linuron, un pesticida vietato in Europa. Ma ci sono anche i fagioli all’occhio del Madagascar con Chlorpirifos, una sostanza bandita in Ue perché sospettata di danneggiare il cervello dei bambini, presente peraltro anche sui fagioli dal Bangladesh.
Al secondo posto tra i prodotti più a rischio c’è il pesce, con 107 segnalazioni e tra i prodotti più pericolosi ci sono anche le carni, quasi principalmente per la presenza di salmonella. Ne è stata scoperta nelle carni di pollo e di tacchino dalla Polonia, dall’Olanda dalla Spagna e dall’Olanda, ma anche nelle cosce di rana turche e cinesi.
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“E’ necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri, garantendo che dietro gli alimenti, italiani e stranieri, in vendita sugli scaffali ci sia un analogo percorso di qualità che riguarda l’ambiente, il lavoro e la salute – ha proseguito il Presidente Coldiretti Alessandria Mauro Bianco -. Dal Brennero chiediamo dunque l’applicazione del principio della reciprocità, ovvero stesse regole uguali per tutte a partire dai fattori di produzione. Basti pensare all’uso dei pesticidi. Un quarto di quelli usati negli Stati Uniti risulta vietato nella Ue e le percentuali salgono se si tengono in conto i paesi del Sudamerica. E’ assurdo che noi continuiamo a importare cibi prodotti con sostanze che in Europa sono vietate da decenni”.