Alessandria, Binotto: “La risposta dei ragazzi c’è stata”
"Cambiare modulo non è immediato, nella ripresa meglio". I tifosi? "Spiace siano usciti prima, ma li capisco"
ALESSANDRIA – L’agonia si allunga? Sicuramente, ma è una parola che Jonatan Binotto non pronuncia. E alla retrocessione diretta, che si stava palesando, per l’Alessandria, alla fine del primo, confessa che nessuno ha pensato nell’intervallo.
“Non ho chiesto, nessuno ha voluto sapere. Quei minuti dovevano servire per correggere gli errori e le fatiche del primo tempo. Ci siamo concentrati solo su di noi, che è quello che dobbiamo fare, ciò che dipende da noi e non dagli altri. La risposta dei ragazzi c’è stata, sicuramente meglio nella ripresa: il gol ci ha dato convinzione, abbiamo anche provato a vincerla. Mi spiace per i giocatori, perché avrebbero meritato“.
Un modulo diverso
Un’altra identità tattica, “perché quando si cambia in panchina serve anche inserire qualcosa di nuovo, anche per legittimare un coinvolgimento della squadra diverso. Siamo passati a quattro dietro per avere più equilibrio e palleggiare di più. Gli effetti non sono automatici, nel primo tempo siamo stati un po’ distanti e ci siamo esposti al rischio di ripartenze, come nell’azione del gol, ma anche in precedenza“.
Cosa è cambiato nella ripresa? “Siamo stati molto più vicini e, anche quando si è persa palla, è stato più facile recuperare. Questa squadra è stata pensata per il 3-5- 2 ma, lo ribadisco, qualche innovazione serve, anche per sorprendere l’avversario, che ci aspettava diversi“.
Da una parte una squadra che punta ad andare ai playoff, dall’altra una che è spacciata o quasi: eppure nei secondi 45′, anche grazie al contributo di chi è uscito dalla panchina, l’Alessandria ha provato a segnare, ha trovato il gol che mancava da quasi 850 minuti, ha avuto qualche opportunità. “Ci siamo tarati meglio sull’assetto tattico. Se insisteremo con questa soluzione? Possibile”.
Un risultato che cambia poco, quasi nulla la classifica. “Ci può servire a livello mentale, ma noi sappiamo abbiamo un solo imperativo, ed è il lavoro. Psicologicamente capisco che è molto difficile, magari esserci sbloccati in casa un po’ ci aiuterà”.
I tifosi sono entrati nella Nord dopo 25′ e sono usciti 5′ prima. “Li capisco, eccome, perché in questa annata ne hanno passate di ogni, e il peggio. Le loro scelte sono tutte legittime, spiace vedere tanta delusione, tanta amarezza. Che, ripeto, sono giustificate”