Orba, il progetto per le difese spondali cerca fondi in Regione
Per l'area messa a repentaglio nel 2021
Sopralluogo lo scorso 21 febbraio
OVADA – Ridurre il rischio idrogeologico complessivo nell’area dell’Orba tra regione Carlovini e il ponte della Veneta. Mira a quest’obiettivo lo studio tecnico preliminare inviato a Torino alla fine della settimana scorsa. Il Comune di Ovada punta ad ottenere un contributo sostanzioso per porre rimedio alle criticità emerse dopo l’esondazione del torrente del 4 ottobre 2021. In quell’occasione, le acque del torrente gonfiate dalle piogge senza precedenti della notte prima, dilagarono nelle aree basse della città mettendo a rischio insediamenti e alcune aziende simbolo della città come Ormig e Vezzani.
A monte e a valle
L’Orba è stato oggetto di un sopralluogo approfondito il 21 febbraio scorso alla presenza dell’assessore regionale Marco Gabusi. Il torrente è molto cambiato negli ultimi anni a causa dei cambiamenti climatici in atto. L’ipotesi emersa è quella di un finanziamento in arrivo dalla Regione. Significativo l’importo: 2 milioni di euro. «Abbiamo mostrato – spiega l’architetto Simona Sciutto, responsabile dell’Ufficio Tecnico del comune di Ovada che ha firmato il documento inviato a Torino – i punti di maggiore criticità. Sono l’ansa prima del piazzale invaso dall’acqua due anni e mezzo fa in prossimità delle aziende e l’area precedente alla confluenza dei due torrenti».
Gli indirizzi sono due. L’incremento della capacità di espansione sulla sinistra idrografica sarà perseguito con l’ampliamento di tre tratti in alveo per una larghezza variabile di poco superiore a 5 metri. A ciò si accompagna la realizzazione di nuove difese spondali: saranno due tratti di scogliera collocati sulla sponda destra a valle del ponte di San Paolo e su sponda sinistra in prossimità del ponte della Veneta. All’indomani dei momenti drammatici vissuti nel pomeriggio di quel lunedì emerse la forte richiesta da parte delle attività collocate in zona di un provvedimento strutturale.
«Creeremo un sistema di difese spondali in macromassi – prosegue Sciutto – per preservare l’indirizzo naturalistico. I punti di allargamento sono previsti a valle delle barriere. Lo scopo e contenere dove è necessario e dare libero sfogo in punti meno problematici». I danni generati dalla furia dell’acqua portarono alla dichiarazione dello stato di emergenza nel dicembre di quell’anno. Non c’è ancora una tempistica sulla conclusione dell’istruttoria sui progetti.