‘Insegnare l’Olocausto’: la professoressa Lisa Lanzone a Lubiana
La docente racconta il seminario tenuto in Slovenia. Una dei soli 13 insegnanti che vi ha potuto prendere parte in tutta Italia
CASALE – Eccellenza provinciale, ma in realtà dell’intera Regione. Lisa Lanzone è professoressa di Filosofia, Storia e Tecniche di comunicazione ai licei Balbo di Casale e Peano di Tortona.
E, di ritorno da Lubiana, ci racconta la sua esperienza al seminario ‘The Holocaust as a starting point‘.
Lanzone: “Non avevo troppe speranze. Poi…”
“A gennaio ho saputo, tramite la scuola, che sarebbe stato possibile partecipare a un progetto di didattica dell’Olocausto. Organizzato a livello europeo con il Mémorial de la Shoah di Parigi. Progetto che si sarebbe tenuto tra il 20 e il 22 marzo a Lubiana proprio perché co-finanziato dai Ministeri di Italia, Sloveniae Croazia”.
“Ma non avevo troppe speranze – prosegue – Si trattava di un corso destinato a 44 insegnanti in tutta Europa, dei quali solo 13 italiani, scelti per competenze ma anche per criterio territoriale. Gli altri sarebbero provenuti dai due Paesi co-finanziatori”.
“Poco dopo, tuttavia, ho saputo di essere stata scelta, unica in tutto il Piemonte. Così, sostenuta dalla dirigente dell’Iis Balbo Emanuela Cavalli, che ringrazio, mi sono preparata a trascorrere questi tre giorni di corso intensivo”.
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Lezioni, workshop, visite
“Ospiti del Memoriale e di un Museo di Arte contemporanea sloveno, abbiamo preso parte a lezioni, workshop e visite guidate – racconta – Il fil rouge è stato il tema ‘Teaching Holocaust’: metodologie didattiche per l’insegnamento alternativo di una delle più grandi tragedie della storia. Sempre con un’attenzione particolare alla denuncia delle narrazioni distorcenti e del negazionismo”.
Continua: “Il grande pregio del seminario è stato quello di permettere ad insegnanti provenienti da tre diversi Paesi di mettere in comune le proprie esperienze didattiche. Così da generare scambio a partire dalle didattiche alternative, trovando nella diversità una ricchezza”.
Perché l’Olocausto nel titolo è stato definito un punto di partenza? “Lo scopo del corso è stato proprio quello di individuare, a partire dalla Shoah, tutte quelle discriminazioni che ancora affliggono la società contemporanea. Parliamo di hate speech, di borders, di Holocaust distorsion”.
Altro aspetto molto formativo, parte del seminario, la visita ai campi di concentramento: “Siamo stati guidati nel campo di Loibl e nel tunnel scavato dai deportati. Si tratta di uno dei ‘campi satellite’ di quello di Mauthausen. In loco, inoltre, ci hanno spiegato la differenza tra campi di lavoro, di transito e di sterminio”.
Il confronto
Un’esperienza arricchente? “Torno a casa con contentissima della scelta che ho fatto. Parte della formatività del seminario è stata proprio nella natura internazionale del corso: confrontarsi con il confine orientale è stato davvero interessante”.
Conclude: “Altro aspetto chiave, pure quello delle lezioni. Di alta qualità, ma anche molto partecipative: c’è stata una grandissima possibilità di scambio e di interazione“.