Vignale, cosa gira attorno alla rotonda della discordia
VIGNALE - Forse la ‘Mazzetti d’Altavilla - Distillatori dal 1846’ si sarebbe augurata una polemica del genere che, attorno a…
VIGNALE MONFERRATO – Sulla rotonda di Vignale, le polemiche continuano.
La discussione ora si arricchisce di una lettera aperta inviata al nostro giornale e al presidente della Provincia, Enrico Bussalino, da esponenti di un comitato noto per una pagina Facebook molto “partecipata”. La missiva è stata firmata da sette cittadini che hanno chiesto che il loro nome non compaia nelle pubblicazioni.
Vignale, cosa gira attorno alla rotonda della discordia
VIGNALE - Forse la ‘Mazzetti d’Altavilla - Distillatori dal 1846’ si sarebbe augurata una polemica del genere che, attorno a…
Di seguito, la missiva inviata a Palazzo Ghlini.
Egregio presidente, nel documento a sua firma n.p.g. 5154 di «Risposta in merito alla realizzazione dell’allestimento della rotatoria del “Tronco” in Comune di Vignale Monferrato», pubblicato con risalto dalla stampa locale, lei stesso ha fatto riferimento al «Regolamento delle sponsorizzazioni della Provincia», che non può che considerare vincolante per la realizzazione in oggetto.
Ebbene – prima ancora della corposa lista di incongruenze che sarebbero poi state evidenziate nel corso della realizzazione di un’opera per molti aspetti risultata irregolare, deturpante per il paesaggio e pericolosa – quello stesso Regolamento da lei menzionato, «approvato con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 52/157547», parrebbe non lasciare dubbi circa l’illegittimità dell’assegnazione dell’allestimento di sponsorizzazione.
Se al primo punto dell’articolo 5, che norma il diritto di rifiuto delle sponsorizzazioni, si precisa che «la Provincia si riserva di recedere dal contratto di sponsorizzazione già sottoscritto qualora ritenga che possa derivarne una situazione di conflitto di interesse tra l’attività pubblica e quella privata», al secondo punto dello stesso articolo ESCLUDE CATEGORICAMENTE dalla possibilità di sponsorizzazione la «pubblicità diretta o collegata alla produzione o distribuzione di prodotti alcolici».
Nel caso di specie, quello della Mazzetti d’Altavilla, si tratta addirittura di superalcolici, tra i 40 e i 60 gradi. Sponsorizzati per di più non con un piccolo cartello, come la normativa imporrebbe anche nei casi legittimi e a fronte di un servizio gratuito di manutenzione del verde pubblico a contrappasso dell’interesse privato, ma qui su una moquette di plastica verde e con una scritta a caratteri cubitali, che in sopraggiunta associa del tutto arbitrariamente il prodotto superalcolico alla condizione di Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
E su una strada provinciale, quando ogni norma impone di non «associare la guida di veicoli con l’uso di bevande alcoliche» e ogni centrale di comunicazione, dall’Istituto Superiore di Sanità alle associazioni nazionali vittime della strada, raccomanda di «evitare in ogni modo la rischiosa associazione Strada/Alcol», responsabile di oltre 22.000 feriti e di moltissime vittime ogni anno, una su tre giovane.
Per altro, sulla legittimità di quella gigantesca scritta che copre una superficie di diversi metri quadrati e affianca senza soluzione di continuità un operatore commerciale privato al nome UNESCO WORLD HERITAGE, sono già molte le voci critiche che si sono sollevate. Il club Unesco di Vignale si è detto preoccupato e ha espresso seri dubbi circa la regolarità e la correttezza dell’opera, analoghi concetti sono espressi nel commento del Centro Studi “Fabio Maniscalco” per la documentazione e la formazione internazionale dei beni culturali, mentre in senso contrario nessuna comunicazione è giunta in queste settimane, né del resto si vede come potrebbe risultare legittimo un simile uso e una simile realizzazione, dal momento che il documento “Norme che regolano l’utilizzazione del nome e del logo UNESCO” appare categorico a riguardo, minacciando esplicitamente iniziative legali in caso di abuso.
Ne riproduciamo qui testualmente i punti salienti: «L’utilizzo del nome e del logo dell’Unesco e del Patrimonio Mondiale È SOTTOPOSTO AD UNA FERREA REGOLAMENTAZIONE, ALLA QUALE CI SI DEVE STRETTAMENTE ATTENERE, ONDE EVITARE PROBLEMI DI CARATTERE LEGALE. 1. La concessione del permesso all’utilizzazione del nome Unesco, della sigla, del logo, dell’acronimo (e di qualsiasi altro elemento distintivo di derivazione Unesco) è prerogativa della Conferenza Generale e del Comitato Esecutivo del Patrimonio Mondiale che hanno sede a Parigi. In alcuni casi specifici, come indicato dalle direttive, questi organi delegano il Direttore Generale e le Commissioni Nazionali.
L’autorizzazione deve essere espressamente concessa in anticipo e per iscritto, e seguire le condizioni e le procedure previste. 2. Il criterio principale per l’approvazione deve essere il carattere educativo, scientifico, culturale, o di valore artistico della proposta. 3. Normalmente non vengono concesse autorizzazioni per prodotti che abbiano scarso valore educativo. Sono previste eccezioni solo per eventi speciali (come, ad esempio, le riunioni del Comitato e le cerimonie di apposizione delle targhe). 4. L’autorizzazione all’uso dei loghi Unesco e Patrimonio Mondiale non viene normalmente concessa alle attività che operino prevalentemente per scopi commerciali (salvo circostanze eccezionali e quando ne risulti chiaramente un beneficio per il Patrimonio Mondiale).»
Quindi, nel caso in cui l’autorizzazione non sia stata «espressamente concessa in anticipo e per iscritto» e la realizzazione non si sia poi attenuta scrupolosamente «alle condizioni e procedure previste» (non risulta ad oggi né una cosa né l’altra, ma se fosse basterebbe esporre la relativa documentazione), non solamente la ditta interessata ma anche la Provincia di Alessandria, quale altro contraente del contratto di sponsorizzazione, vanno plausibilmente incontro a problemi di natura legale e a richieste di risarcimento.
Per quanto riguarda l’amministrazione pubblica a ulteriore danno dei cittadini, anche economico. A tutto questo si aggiunge una grottesca realizzazione in plastica, della quale sfugge l’interesse pubblico e che lei stesso ha definito contraria a quanto approvato dalla Provincia stessa (e già questo appare particolarmente significativo), in luogo di quella prevista in arbusti sempreverdi e siepi naturali: un accrocco innaturale e deturpante, in un paesaggio Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco e in un borgo che si fregia del nome di “Comune fiorito”, sulla cui incongruità si sono espressi in queste settimane centinaia di cittadini e visitatori di Vignale, cittadini di altri siti Unesco italiani e giornalisti, scrittori e artisti di livello nazionale.
Nonché la presenza di elementi, anche questi totalmente difformi dal progetto presentato, che appaiono pericolosi per la sicurezza stradale e in contrasto, per caratteristiche e dimensione, con le norme del Codice della Strada. Si rammentano a questo proposito l’art.23 del CdS e la circolare del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti prot. 1699 18/04/2012, che stabilisce che qualora i cartelli pubblicitari in corrispondenza delle rotatorie possano generare motivi di distrazione e costituire pericolo per la sicurezza della circolazione stradale debbano essere immediatamente rimossi, anche qualora l’amministrazione li avesse autorizzati con contratti di sponsorizzazione.
Confidiamo, egr. Presidente, che tragga con urgenza le inevitabili conseguenze di tutto ciò che è stato posto alla sua attenzione e provveda prontamente a comunicarlo agli interessati e alla pubblica opinione.