Giornate del Fai, l’ospedale vecchio apre le sue porte
Tra storia e valore architettonico
Con la guida di Federico Borsari
OVADA – Ovada è città millenaria di circa 12.000 abitanti, l’ospedale vecchio di via XXV aprile rappresenta uno degli edifici con il maggior carico di storia. Si aprono questa mattina, sabato 23 marzo, e andranno avanti anche domani le visite guidate organizzate nell’ambito delle Giornate del Fai di Primavera. Torna l’impegno dei volontari del gruppo ovadese per promuovere la città. Il Sant’Antonio, progettato dall’architetto Alessandro Antonelli “padre della Mole di Torino, è solo una delle proposte. Nel fine settimana sarà possibile conoscere in modo approfondito anche il borgo di Trisobbio.
A prendere per mano i partecipanti alle visite di Ovada sarà Federico Borsari, esperto di storia e evoluzione della città.
Fascino rinnovato
L’ospedale vecchio è oggi sede del distretto sanitario. In passato è stato il nosocomio della città. Gli amministratori del primo ospedale, per sopperire alle necessità della popolazione, nel 1838 costituirono una “deputazione per l’erezione della fabbrica dell’ospedale di Ovada” con persone disponibili a prestare opera gratuita o materiali. Senza oneri anche il famoso architetto Alessandro Antonelli di Torino elaborò il progetto e l’opera fu inaugurata nel 1867, con il semplice ricorso alle donazioni, ad una sottoscrizione popolare ed a rendite proprie.
L’ospedale adeguatamente affrontò situazioni difficili: il crollo della diga nel 1935, la Seconda guerra mondiale e la Resistenza partigiana. Piani di ammodernamento lo resero funzionale all’aumento della popolazione e alle nuove prospettive della medicina; servì degnamente il territorio ovadese fino al 1990.
Gli amministratori del primo ospedale, per sopperire alle necessità della popolazione, nel 1838 costituirono una “deputazione per l’erezione della fabbrica dell’ospedale di Ovada” con persone disponibili a prestare opera gratuita o materiali. Senza oneri anche il famoso architetto Alessandro Antonelli di Torino elaborò il progetto e l’opera fu inaugurata nel 1867, con il semplice ricorso alle donazioni, ad una sottoscrizione popolare ed a rendite proprie. L’ospedale adeguatamente affrontò situazioni difficili: il crollo della diga nel 1935, la Seconda guerra mondiale e la Resistenza partigiana. Piani di ammodernamento lo resero funzionale all’aumento della popolazione e alle nuove prospettive della medicina; servì degnamente il territorio ovadese fino al 1990.
L’Ospedale Sant’Antonio conserva l’eleganza stilistica architettonica originaria. I segni del tempo e le varie modifiche dettate dalla necessità di adeguare la struttura alle nuove esigenze sentite dai cambi di proprietà (passò al servizio sanitario nazionale nel 1978) e alle diverse destinazioni, non hanno fatto venir meno l’amore verso una struttura fortemente voluta dagli antenati. Aperture sabato e domenica con orari di ritrovo e visite accompagnate alle ore 10.30 e alle 15.00. Durata delle visita circa un’ora. Partenza e formazione del gruppo davanti all’ingresso dell’ospedale.