Fotovoltaico sui campi di Alfiano Natta: mobilitazione per il no
Comunità di intenti tra amministrazione comunale e un comitato di cittadini. Si teme per turismo e per il paesaggio della valle, pendente un ricorso al Tar
ALFIANO NATTA – Nel territorio del Comune di Alfiano Natta, tra il capoluogo, la frazione di Sanico e Penango, potrebbe sorgere un impianto agri-fotovoltaico (agri in quanto teoricamente prevede la possibilità di coltivare al di sotto dei pannelli, posizionati più in alto di quanto avviene solitamente) grande come 6 campi da calcio.
40mila metri quadrati di specchio che, plebiscitariamente, si ritiene deturperà il paesaggio e l’ambiente di una delle più placide e affascinanti vallate monferrine, un tappeto di prati e campi.
Potrebbe nascere l’impianto, ma contro l’ipotesi la comunità del borgo monferrino, una delle ultime propaggini della provincia di Alessandria verso l’Astigiano, si sta mobilitando compatta, a partire dal sindaco Sabrina Zeglio.
«A febbraio 2023 la Ibe Alessandria Srl ha presentato alla Provincia istanza per questo progetto» inizia a raccontare il primo cittadino. «In conferenza di servizi sono giunti i pareri negativi del Comune e dell’Arpa e, dopo un primo parere negativo, le prescrizioni dell’Acquedotto. Così mi ero sentita abbastanza tranquilla».
Poi cos’è successo? È successo che ad agosto la Provincia ha annunciato come l’istanza sarebbe stata archiviata, in quanto la valutazione di impatto ambientale non sarebbe più stata necessaria per la presenza di Alfiano Natta nel Sin di Casale (il Sito di Interesse Nazionale per l’amianto) e in base a una normativa del 2021, che la esclude per impianti, come questo, in grado di generare meno di 10 megawatt.
Il ricorso al Tar del Comune: opporsi si può
«Sono andata su tutte le furie e mi sono mossa immediatamente, chiedendo consulenze a luminari della materia, e abbiamo impugnato al Tar l’archiviazione – prosegue il sindaco Zeglio – Il Tar ha respinto la richiesta cautelare (di sospensione dell’archiviazione nda) il 30 gennaio, ma il giudizio di merito è ancora pendente. Il 23 febbraio ho così convocato un’assemblea pubblica per informare la popolazione».
Nel frattempo nasceva un comitato di cittadini – che si sta formalizzando in questi giorni ma è già operativo – Tuteliamo il Monferrato. C’è comunità d’intenti tra amministrazione e comitato, ma pure tra i sindaci del territorio, così come accaduto in merito all’ipotesi di deposito nucleare.
Nell’attesa del giudizio del Tar, il sindaco è determinato: «Non ci arrendiamo e non ci fermeremo, faremo tutto quanto in nostro potere per evitare questo scenario».
Il comitato, le voci del no
L’area di Alfiano Natta è una meta amata da chi va in cerca di pace, di relax, di aria buona. «Ci sono persone, come il sottoscritto ma pure inglesi, francesi e olandesi che l’hanno scelta per vivere proprio per questo – spiega Piero Panepinto a nome del comitato – Ma pure attività che hanno scelto di investire qui per sfruttare il turismo che io chiamo buono (quello lento, degli amanti del paesaggio, delle passeggiate, delle escursioni all’aria aperta nda). Proseguiremo nella nostra attività di sensibilizzazione della cittadinanza. Domenica scorsa c’è stato un incontro in biblioteca», un altro incontro è in programma domenica alle 11 in piazza del municipio e l’invito è esteso anche ai paesi limitrofi, perchè analogo scenario potrebbe verificarsi anche altrove.
Si lotta al fianco dell’Amministrazione attuale o di quella che arriverà, eventualmente, dopo le imminenti elezioni, senza bandiere partitiche e schieramenti. Nessuna contrapposizione, ma un fronte comune per tutelare l’integrità di colline, prati, campi. Questa la linea del Comitato: già decine di componenti, con storie diverse ma un unico fine.
Piero Panepinto, direttore commerciale: «Sono favorevole alle innovazioni, ma non al prezzo di rovinare il tesoro inestimabile delle nostre valli».
Daiana Giacon, bancaria: «I miei figli devono crescere nell’ambiente sostenibile che abbiamo scelto».
Barbara Zeppa, impiegata: «Amo queste valli dove sono cresciuta e che vedo essere sempre più apprezzate da tantissimi stranieri che cercano la serenità di questi luoghi».
Gaia Grassi, giornalista: «Da Milano con genitori e nipoti, folgorati da questi luoghi che nulla hanno da invidiare alla Toscana».
Anche I Fratelli contro: «Impatto devastante»
Anche il presidente provinciale e vicesegretario regionale di Fratelli d’Italia, Federico Riboldi, e il deputato di Fratelli d’Italia della provincia di Alessandria Enzo Amich, intervengono sulla vicenda: «Comprendiamo e condividiamo le ragioni di questo comitato: installare 18 ettari di impianti fotovoltaici in mezzo alle colline del nostro Monferrato, che con orgoglio ricordiamo essere “Patrimonio Unesco”, è una decisione che non incontrerà mai il nostro favore».
«Il partito al quale apparteniamo, Fratelli d’Italia – proseguono Riboldi e Amich – non ha mai nascosto la sua apertura allo sfruttamento delle energie rinnovabili ma ad un condizione: che ciò avvenga in un quadro di sostenibilità ambientale e senza compromettere il tessuto sociale ed economico del territorio interessato. In estrema sintesi: senza danneggiare turismo e territorio. Come abbiamo già avuto occasione di dichiarare a riguardo di analoghe vicende, che hanno coinvolto altri territori della nostra provincia, esprimiamo la nostra viva preoccupazione per l’impatto devastante che un’opera di queste dimensioni, così concepita, potrebbe avere sulla qualità della vita degli abitanti delle zone interessate e sulla morfologia ed economia del nostro paesaggio».