L’infermiera, le torte con la crema benefica e i malati di tumore «che insegnano a vivere»
Giovanna lavora al day hospital oncoematologico. «Lì ho capito quali sono i veri valori che contano». Le ricette con la Brigantella, prodotta in carcere
Giovanna Piccolo ha capito non solo che si può fare del buono con una crema spalmabile già ottima di suo, ma che si può pure fare del bene assecondando una passione.
Ha 50 anni, è un’infermiera del day hospital oncologico dell’ospedale di Alessandria. Lieve accento della sua Catania, è rimasta qui in Piemonte per amore, noi dei dolci ma di Giorgio (questa però è un’altra faccenda, che merita approfondimento a parte).
Fa notizia perché si è specializzata in torte il cui ingrediente principale è la Brigantella, la versione meno industriale e a quanto pare più appetitosa del prodotto della Ferrero che con essa fa rima. Bisogna sapere alcune cose: la Brigantella, «crema artigianale fatta con la nocciola tonda gentile del Piemonte e il caffè del carcere femminile di Pozzuoli», è una golosità che nasce nelle case di reclusione e che ad Alessandria, esattamente come altre bontà “create” con l’aiuto dei detenuti, viene venduta da Fuga di Sapori, nobile bottega (in piazza don Soria) il cui fine è promuovere attività all’interno delle carceri.
Ogni barattolo venduto, al prezzo di 10 euro, frutta un euro a Solidal, la fondazione che, all’interno dell’ospedale di Alessandria, si occupa di ricerca.
Ben oltre la cucina
Ora, torniamo alla signora Giovanna, che all’ospedale lavora, che dalla Brigantella è stata attratta, e che in cucina se la cava assai bene.
E che, stando quotidianamente a contatto con i malati oncologici, ha capito quel che dovrebbe essere evidente a tutti. E cioè che solo con la ricerca si possono aprire spiragli alla guarigione o, almeno, al miglioramento della qualità della vita di chi soffre.
Dunque, quest’infermiera intraprendente ha sostanzialmente deciso di acquistare la Brigantella, realizzare torte originali e, inconsapevole influencer, pubblicare le foto sui social, ingolosendo i follower e invitandoli a contattarla qualora fossero interessati a replicare a domicilio il succulento dessert.
Di fatto, ha diffuso (e sta diffondendo) ricette, spiegando ovviamente che, per ottenere un risultato apprezzabile, non si può utilizzare una spalmabile qualunque, bensì quella di Fuga di Sapori, che ha pure un alto valore sociale.
S’è meritata un triplo grazie: da chi la Brigantella la vende sostenendo le attività carcerarie, da chi si occupa di ricerca scientifica, e da tutti quelli che, seguendone i consigli, ora chiudono i pasti con un dolce di qualità, rigorosamente fatto in casa. Tralasciamo le virtù della crema (diffusa in tre versioni), per raccontare dell’attività in ospedale.
Ogni giorno è un regalo
«Da tempo, ormai, ho lasciato l’incarico di strumentista in sala operatoria per lavorare al day hospital oncoematologico – racconta – È un’esperienza straordinaria, che ha cambiato il mio modo di vedere le cose e mi insegna a vivere. Ho capito che non dobbiamo lamentarci per le banalità, che non si deve mai dare nulla per scontato e che, ogni giorno, bisogna essere grati alla vita. Non si può restare indifferenti di fronte alla sofferenza dei malati e dei loro famigliari, specie quando il tumore è incurabile, come purtroppo succede ancora con il mesotelioma, o quando si ha a che fare coi giovani. Ne sono passati… avevano l’età dei miei figli. Mi piace pensare che da lassù ci sia chi mi protegge, restituendomi un po’ dell’amore che gli ho dato».
Dell’altro amore, quello per Giorgio, racconteremo prima o poi. È proprio una storia bella, sappiatelo.