Vignale, cosa gira attorno alla rotonda della discordia
La campagna elettorale e la politica, l’imprenditoria e le relazioni “di paese” (non sempre fraterne) sono gli ingredienti di una bagarre con più coda che capo
VIGNALE – Forse la ‘Mazzetti d’Altavilla – Distillatori dal 1846’ si sarebbe augurata una polemica del genere che, attorno a una rotonda, fa circolare il nome di un marchio ben noto nel mondo della grappa.
Altrettanto probabilmente l’Antica Distilleria di Altavilla, ovvero il regno degli alambicchi degli “altri” Mazzetti, che sta sempre ad Altavilla Monferrato (ma in basso), avrebbe sorriso per una tal buriana. Invece, così a naso, beneficia gratuitamente di un caos dovuto ai “cugini”, sostenitori della sponsorizzazione di una rotatoria che neanche sta ad Altavilla, bensì a Vignale.
Tutti in rotonda
In questa vicenda, l’economia va a braccetto col turismo, la politica ci mette il becco e i social amplificano. Con la scusa del buongusto (non della grappa, s’intende) e della tutela del territorio, si punta il dito contro un sindaco, non di Vignale ma di Casale, che si chiama Federico Riboldi, che è di Fratelli d’Italia, e che è padre di una bambina avuta da Chiara Belvedere Mazzetti, imprenditrice della Mazzetti di Altavilla.
Ci siamo, fin qui?
Riboldi è anche in consiglio provinciale a maggioranza centrodestra. Si occupa di Lavori pubblici e Viabilità. La strada della rotonda della discordia, nella zona di Vignale denominata Il Tronco, appartiene alla Provincia, ente dove l’esponente dell’opposizione, Domenico Miloscio (Pd, di Pozzolo Formigaro), ha inviato un’interrogazione al presidente Enrico Bussalino (Lega, di Borghetto Borbera) per avere chiarezza. Il presidente ha fatto sapere che «il progetto non è stato approvato dalla Provincia, poiché sono state apportare modifiche dovute alle richieste della Commissione del Paesaggio». La Provincia stessa, dunque, ha chiesto di apportare correttivi, ad esempio sostituendo l’erba sintetica con erba vera.
Una rotonda… sinistra
Ma, qualunque sia la natura dell’erba, il carteggio tra amministratori probabilmente non ci sarebbe stato senza la pubblicità griffata Mazzetti, nome famigliare a Riboldi. Tant’è che su Facebook, una mano apparentemente anonima ha fatto nascere una pagina (sponsorizzata, cioè a pagamento) in cui, dopo panegirici su quanto s’è deturpato il paesaggio tutelato dall’Unesco, si attacca direttamente il sindaco di Casale Monferrato, facendo chiaro riferimento al legame famigliare.
La pagina social è commentata in lungo e in largo da esponenti del centrosinistra, soprattutto casalesi. Il segretario del Pd di Casale, Cesare Chiesa, tira fuori se stesso e il partito: «Non sono coinvolto» dice. E rimanda la questione a Vignale dove anche il Club Unesco, pur senza buttar benzina sul fuoco, ha comunque dimostrato di non apprezzare la nuova vita della rotatoria. La quale ha anche una… vita vecchia.
Sorta ai tempi in cui sindaco di Vignale era Franco Ferrari (centrosinistra) e caratterizzata dall’essere inclinata in direzione Casorzo, è stata tenuta in ordine da un vivaista della zona e da volontari del paese, quando ancora la “natura” non era soppiantata dal sintetico.
Com’è andata negli uffici tecnici
Nel frattempo, la Provincia ha cercato, legittimamente, di monetizzare, redigendo un bando per cercare sponsorizzazioni, come spesso si fa in caso di rotonde in zone strategiche (succederà qualcosa del genere anche poco più in là, all’intersezione con le strade per Frassinello e Ottiglio). Risulta, inoltre, che un’azienda vitivinicola di Vignale (la Nuova Cappelletta, con sede non distante dalla rotonda stessa) si sia fatta avanti con un progetto, poi tramontato.
Tempo dopo, invece, s’è fatta avanti la Mazzetti d’Altavilla, che ha sede sulla collina di fronte. L’idea è piaciuta, i crismi c’erano, e dunque s’è provveduto all’allestimento, che non sarà un’opera di Renzo Piano né ha avrà la griffe di Maurizio Cattelan, ma non è certo il peggio che si trova in un Monferrato purtroppo ancora caratterizzato da scenografici capannoni abbandonati.
Quest’opera, invece (erba vera o sintetica che sia), ha il placet della Provincia che, per bocca dell’ingegner Paolo Platania, responsabile dei Lavori pubblici, annota: «Dal punto di vista tecnico, per noi va bene. Il bando, inoltre, chiedeva che l’allestimento della rotonda valorizzasse il territorio, e anche sotto questo aspetto ci siamo, considerato che c’è un chiaro riferimento all’Unesco».
Riboldi, interpellato, non dice altro se non «chiedete ai tecnici». Dunque, la risposta di Platania dovrebbe essere esauriente e porre la parola fine.
«Rotonda luna park»
Ma, da Vignale, il capogruppo dell’opposizione, Massimo Birago, non è esattamente d’accordo. Tant’è che è stato lui a contattare Miloscio per portare il caso in Consiglio provinciale: «La rotonda – spiega Birago – contrasta con l’ambiente circostante, a cominciare dall’erba sintetica per arrivare a quelle luci tipo luna park. La Giunta vignalese sapeva cosa stava succedendo, ma non è intervenuta». Ci ha dunque pensato lui a sollevare la questione a livello istituzionale, smarcandosi però dalla pagina Facebook sponsorizzata che continua a creare discussione: «Non so chi sia l’autore, certamente è una persona informata a sufficienza».
Una persona che, magari, si starà divertendo alle spalle di chi continua ad arrovellarsi su una questione che tiene banco ormai da un paio di mesi, e che è destinata a farlo ancora, complice l’imminente periodo elettorale. Perché non va dimenticato che, a giugno, si voterà per la Regione, ma ci saranno anche le Amministrative a Casale e pure a Vignale.
Rotonda di Vignale: beviamoci su
A proposito. E il Comune di Vignale? Osserva, senza intervenire direttamente. D’altronde, la rotonda è di proprietà altrui, anche se immette al paese. La polemica, dunque, se la sarebbe evitata.
Anzi: a pensarci, magari no. Magari sarà pure lieto del clamore, perché adesso ci sarà chi, incuriosito, andrà a farsi un giro da quelle parti, per capire se si è al cospetto di uno sgorbio senza pari o a un manufatto che il contesto può sopportare.
E il soggetto in questione potrebbe salire fin su in paese, dove un buon ristorante lo si può trovare e un bicchiere di Grignolino non si nega a nessuno. Se poi si preferisse la grappa, ognuno saprà a chi rivolgersi.