È morto Lele Panizza: l'ex giocatore dei Grigi vittima dell'incendio di Valmadonna
VALMADONNA - L'uomo deceduto nell'incendio di Valmadonna è Emanuele Panizza, da tutti conosciuto come Lele, classe 1966, noto per aver…
ALESSANDRIA – «Ditemi che non è vero, che è una notizia sbagliata, che non è lui». Ciccio Marescalco scrive alla redazione de Il Piccolo appena la notizia della tragica morte di Emanuele ‘Lele’ Panizza incomincia a circolare, nella serata di domenica. «Non può essere. Un ragazzo speciale, quando parlava di calcio aveva conservato lo stesso entusiasmo di quando giocava – ricorda Ciccio – E gli occhi felici. Un abbraccio alla famiglia, ricorderò sempre il suo impegno e il suo amore per la maglia grigia».
Che è negli occhi e nel cuore di ex compagni, ex allenatori, tifosi. «Ci siamo rivisti a maggio scorso, all’evento ‘Un grande cuore grigio’, il titolo che sembrava scritto per lui. Non aveva giocato – ricorda Lorenzo Mazzeo, altro attaccante che ha lasciato il segno nella storia dell’Alessandria – ma era venuto al campo e si era seduto un po’ in panchina, insieme a Tony Colombo, che era il nostro mister per l’occasione e che aveva allenato anche Lele nel calcio vero. Si capiva che quell’invito gli aveva fatto piacere, tornare a respirare l’atmosfera unica dei Grigi».
È morto Lele Panizza: l'ex giocatore dei Grigi vittima dell'incendio di Valmadonna
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Franco Gemme, già tecnico e dirigente Figc, mostra una fotografia scattata in occasione di un corso per il ‘patentino’, organizzato dall’Associazione italiana allenatori (Aiac), docente Romeo Benetti. «Ero il responsabile, le lezioni pratiche sul campo degli Orti. Un mese indimenticabile con ragazzi eccezionali. In questa foto Lele, con la sua chioma rossa, ha uno sguardo soddisfatto, le mani sulle spalle di Alessandro Lazzarini, all’epoca portiere dell’Alessandria. Fra i compagni di corso anche ‘Maciste’ Carletti. Un dolore enorme».
Gli ex compagni, anche quelli con cui ha diviso tante partite amichevoli, utilizzano, tutti, un aggettivo quando parlano di Lele «generoso». Lo è stato, come ricorda Mauro Bavastri di Museo Grigio (che custodisce la sua maglia numero 3 della stagione 1986 – 87) «fin da quando giocava nelle giovanili, sognando la prima squadra». Conquistata nel campionato 1983 – 84, a soli 17 anni, debutto in Alessandria – Carbonia, 1-0, in panchina Natalino Fossati.
«Ma anche un difensore roccioso come lui si commuoveva – aggiunge Bavastri – Come in occasione del suo unico gol, nel 3-0 al Giorgione, 10 aprile 1988: un pianto liberatorio, di chi, fin da quando aveva iniziato a tirare calci al pallone, si era immaginato un momento come quello». In quella partita segnò anche Carnio. «Che colpo al cuore – scrive – Troppo giovane per andarsene». E Maurizio Ferrarese quasi non trova le parole: «Da non credere. E impossibile da accettare. Tanti, tantissimi ricordi che mi porterò per sempre dentro».
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Anche i tifosi hanno pensieri di grande affetto per Lele Panizza. «Ero un ragazzo di 14 anni che iniziava a seguire i Grigi allo stadio – il messaggio di Andrea Fucci – . E tu, Lele, era il classicio stopper dell’epoca. Con i capelli rossi come me. Ti ricordo al ‘Pisci’ l’anno di Capelli allenatore, quando vi osservavao allenarvi da vicino. Ricordo il tuo unico gol, al Moccagatta».
Anche la società grigia ha dedicato un post a Panizza. «Indossare i nostri colori non è da tutti, lo sappiamo. Tu ne sei stato ampiamente degno. Ciao Lele».