Barbara d’Urso contro Naike Rivelli, accusata di diffamazione
Il processo è iniziato questa mattina in Tribunale ad Alessandria (competente territorialmente) è a un bivio: si arriverà a un messaggio di scuse?
ALESSANDRIA – Barbara d’Urso contro Naike Rivelli: la prima parte civile, la seconda imputata con un’ipotesi d’accusa di diffamazione. Il processo iniziato di fatto questa mattina in Tribunale ad Alessandria, davanti al presidente della Sezione Penale Maria Teresa Guaschino, è a un bivio: si sta discutendo infatti sulla possibilità di un accordo (non di natura economica, anche perché la D’Urso ha dichiarato di non è interessata ad un risarcimento in denaro) che si dovrebbe però concretizzare in un messaggio di scuse, o quantomeno di prendere atto che le parole di Naike Rivelli possono aver urtato la sensibilità di Barbara d’Urso.
Messaggio che dovrà anche tener conto della posizione della stessa Naike Rivelli, che, secondo la difesa, non ha mai voluto offendere la persona della D’Urso ma criticare e commentare un modo di fare televisione.
Se non si dovesse concretizzare l’accordo, e quindi non si arrivasse a una remissione di querela, il processo proseguirà.
https://www.ilpiccolo.net/2023/03/31/barbara-durso-contro-naike-rivelli-la-figlia-di-ornella-muti-a-processo-per-diffamazione/
La sequenza dei fatti
Naike Rivelli, 49 anni, deve dunque difendersi dall’accusa di diffamazione. Parte civile nel procedimento si è costituita Maria Carmela D’Urso, in arte Barbara D’Urso.
Il Tribunale di Alessandria è competente territorialmente perché la Rivelli è domiciliata a Lerma.
I fatti si riferiscono alla pubblicazione di due filmati sul profilo Instagram dell’artista 49enne: il 31 gennaio 2019 durante il quale la Rivelli commentava l’intervista rilasciata dal critico d’arte Vittorio Sgarbi alla D’Urso (su Canale 5); nel secondo un’intervista rilasciata da Silvio Berlusconi alla parte offesa nel corso della trasmissione ‘Pomeriggio 5’.
Per l’accusa, Naike Rivelli usò espressioni da far intendere che il successo lavorativo della parte offesa fosse da ricollegare non tanto alle capacità professionali ma a favoritismi e prestazioni di potenti della rete televisiva per cui lavora, ottenuti mediante espedienti legati alla sfera sessuale.
Questa mattina è stato chiesto di acquisire i filmati ‘sotto accusa’.
Da un lato, dunque, Barbara D’Urso parte civile con l’avvocato Salvatore Pino del foro di Milano, dopo una querela presentata nei confronti della Rivelli, ora imputata e difesa dagli avvocati Antonio Pelle di Locri e Domenica Macrì.
«Diritto di critica»
Naike Rivelli, sostiene il difensore, non ha mai inteso offendere Barbara D’Urso «quanto piuttosto un modello, un modo da fare televisione rappresentato dalla D’Urso. Erano delle critiche a una tipologia di modo di fare televisione, peraltro in un periodo in cui la signora D’Urso era molto presente.
Sui modi in cui l’ha espresso noi riteniamo che abbia rispettato la continenza, la misura e il contesto. Stiamo parlando di gossip, spettacolo», aveva spiegato l’avvocato Pelle.