Trino ritira l’autocandidatura. Pane: «Niente da festeggiare»
Il primo cittadino si toglie diversi sassolini dalle scarpe, nel mirino associazioni ambientaliste e partiti politici
TRINO – Una decisione giunta nella serata di ieri, ma che non rappresenta un passo indietro «ma un passo di lato dopo averne fatto uno avanti».
Così Daniele Pane, sindaco di Trino, ha commentato poco fa la revoca dell’autocandidatura presentata nel gennaio scorso per ospitare, nel territorio del suo comune, il Deposito Nazionale dei Rifiuti Radioattivi e il Parco Tecnologico.
Al suo fianco il presidente della Provincia di Vercelli, Davide Gilardino, l’assessore Alberto Mocca e il consigliere Pier Giuseppe Danna. «Il passo avanti era quello che avevamo fatto per trovare una soluzione – ha spiegato – che invece non arriva da tantissimo tempo. Il problema dei rifiuti nucleari c’è, esiste è reale è aumenterà. Tra Saluggia e Trino c’è l’80% della radioattività italiana, e il sito di Trino, temporaneo, sarà interessato da un prossimo ampliamento, i rifiuti saranno sempre di più».
Il perchè del ritiro dell’autocandidatura
Il sindaco, uomo di centrodestra, ha attaccato a più riprese le associazioni ambientaliste e il centrosinistra, definendo «strumentazioni politiche» le critiche di queste settimane. Ma allora perchè il ritiro della candidatura? A seguito delle interlocuzioni con le istituzioni, tutte contrarie: «Il presidente Gilardino e Cirio, i deputati, i sindaci del territorio». «La procedura prevede la condivisione con gli enti del territorio, di pari grado e superiori – ha continuato il sindaco Pane – A fronte della loro contrarietà sarebbe stata una battaglia inutile, la non condivisione avrebbe perciò comunque escluso il successo dell’autocandidatura, anche se non tutti i sindaci soffrono della sindrome Nimby».
Pane: «Non c’è nulla da festeggiare»
«Stasera qualcuno si ritroverà per festeggiare – ha proseguito Pane in merito all’assemblea convocata dal comitato Tri-No – ma non c’è niente da festeggiare, questo ritiro non fa vincere nessuno. Abbiamo sollecitato la questione, ora tocca da altri – ha spiegato passando virtualmente la palla alle istituzioni – il Comitato poi, come è possibile che aderisca alle campagne di alcuni dei 51 siti della Cnai, cioè idonei? Le associazioni ambientaliste sono state ipocrite!».
Ora, in teoria, il sito del deposito dovrà per forza di cose essere individuato in uno dei comuni presenti nella Cnai, l’elenco delle aree idonee a ospitarlo. Nel mentre i depositi temporanei (lo sono da oltre 30 anni) come Saluggia e Trino continueranno a essere di fatto i depositi nazionali. Pane a questo proposito ne ha anche per i partiti politici: «I partiti che oggi si arrogano il vanto di questo ritiro, sono gli stessi che per 7 anni hanno tenuta nascosta la Cnapi, i governi del Pd, era pronta nel 2015, è rimasta chiusa nel cassetto. Non vedo ora cosa ci sia da vantarsi. Tornassi indietro rifarei le stesse scelte».
Gilardino: «Ok nel merito, contrari sul metodo»
«Trovare una soluzione definitiva è doveroso – ha commentato Gilardino – Sul merito che ha mosso il sindaco, la sua giunta e il consiglio non discuto, nessuno ha da ridire. Ce l’abbiamo sul metodo della norma, il doversi candidare (in tempi rapidi nda) senza potersi consultare con il territorio! Il confronto e il dialogo sono alla base di ogni procedimento, oggi il territorio non è pronto per una scelta così dirompente, ma abbiamo una responsabilità maggiore, di attivarci per accelerare l’individuazione del deposito. Grazie al sindaco di Trino ora possiamo muoverci con maggiore autorevolezza, che il suo passo di lato diventi un passo avanti per l’Italia».