Novi, prelievo multiorgano all'ospedale: nuova vita dal trapianto
I familiari di una donna di 61 anni hanno acconsentito al prelievo che consentirà ad altre persone di sopravvivere
ALESSANDRIA – Due giovani pazienti, un minorenne e un neo diciottenne, grazie al trapianto di cornea a tutto spessore sono riusciti a curare il cheratocono. Un successo ottenuto dall’equipe della struttura di Oculistica dell’Azienda ospedaliera universitaria di Alessandria, grazie anche alla collaborazione con la Banca regionale delle cornee della Regione Piemonte.
Novi, prelievo multiorgano all'ospedale: nuova vita dal trapianto
I familiari di una donna di 61 anni hanno acconsentito al prelievo che consentirà ad altre persone di sopravvivere
Il decorso per i due trapiantati è positivo e nei prossimi mesi proseguiranno i controlli. L’obiettivo, però, è quello di evitare di giungere all’intervento chirurgico: l’invito è quindi quello di rivolgersi quanto prima agli ambulatori oculistici all’insorge.
Il cheratocono è una patologia degenerativa della cornea con un’incidenza di circa un caso ogni 2.000 e si manifesta solitamente in giovane età. La cornea, in questa malattia, tende a deformarsi progressivamente perdendo resistenza in maniera progressiva, assottigliandosi e deformandosi fino al raggiungimento di una forma a cono.
Oculistica: in ospedale una terapia innovativa
Cross-linking corneale: un ragazzo di 15 anni è stato sottoposto a un intervento che ha consentito un ottimo recupero visivo
«I sintomi – ha spiegato Maria Rosa Astori, responsabile dell’Ambulatorio cornea – sono la distorsione delle immagini, la visione confusa, l’aumento della sensibilità alla luce e un calo visivo progressivo. Se diagnosticato in tempo, nei primi stadi è possibile arrestare il cheratocono con il cross – linking, operazione che nel 2023 abbiamo svolto su oltre 60 pazienti».
Il cheratocono si suddivide in quattro stadi, nei primi due la correzione avviene attraverso occhiali o proprio il cross – linking, che prevede l’utilizzo di raggi uv per rafforzare le fibre della cornea, mentre per il terzo e quarto stadio si interviene con lenti a contatto apposite o chirurgicamente.
«L’intervento chirurgico di trapianto della cornea – ha sottolineato il direttore di Oculistica, Emilio Rapetti – può essere di tipo lamellare, che è quello preferibile perché meno invasivo e va a sostituire solo gli strati danneggiati, o a tutto spessore, quando è necessaria la sostituzione completa della cornea a causa dei danni provocati dalla malattia. Un intervento più complesso che la nostra struttura ha eseguito da poco su due pazienti».