Una mia amica, qualche tempo fa, mi ha illuminato affermando che la mappa non fosse il territorio. Lì per lì,…
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New York accusa, fuori tempo massimo, i social network
L'amministrazione di New York ha fatto causa a Facebook, Instagram e TikTok per i disturbi mentali creati agli adolescenti, ma forse è troppo tardi
Come Gotham City ha lanciato la sua crociata al crimine con la guida del supereroe con il mantello da pipistrello, anche New York ha deciso di fare causa a Facebook, Instagram e Tiktok per i disturbi mentali che contribuiscono a creare nei più giovani: la dipendenza prodotta dalle piattaforme per via della dopamina generata da like e visualizzazione è da anni infatti uno degli effetti negativi più conosciuti e diffusi della vita digitale, peraltro capace di mostrarsi anche in persone che adolescenti non lo sono più.
Il Fear of Missing out (“FoMo”) ovvero la paura di sentirsi esclusi o di perdersi qualcosa se non si accede, più volte al giorno, ai social network è solo uno degli aspetti problematici delle piattaforme: l’ansia di non sentirsi all’altezza alimentata da quella rappresentazione fittizia, eppur così tangibile e continua, che si produce online è ulteriore causa di difficoltà e disagi.
Una accusa fuori tempo massimo?
Se le ragioni per le quali nutrire preoccupazioni nei confronti dei social network sono giustificate e se, del resto, alcune azioni correttive sono state introdotte di recente (più controllo in merito agli utenti che vedono post e Storie), occorre però chiedersi se non si tratti di una accusa fatta fuori tempo massimo.
Le Generazioni Z e Y, cresciute al tempo dei social, hanno infatti sviluppato anticorpi quali l’uso di avatar anzichè dei veri volti per apparire online e l’abitudine a creare profili chiusi o alternativi (il “finsta”, fake instagram, è un espediente molto diffuso) è segno di una crescente consapevolezza in merito agli effetti negativi delle piattaforme.
Ancor più – stando ai dati del Global Digital Report 2024 – l’uso di chat e instant messenger, presso gli adolescenti, ha superato quello dei social network e, benchè ulteriori siano le preoccupazioni (dal cyberbullismo al revenge porn), forse queste sono differenti da quelle formulate nell’accusa. Come si sarebbe detto un tempo da queste parti, è inutile chiudere la stalla quando i buoi sono già scappati.