Sant’Antonio, nell’ospedale vecchio lavori per gli ambulatori
Con i fondi Pnrr
Dopo la fumata bianca con Asl
OVADA – Via libera ai lavori al piano terra dell’ex ospedale Sant’Antonio. L’obiettivo è trasformare gli spazi del Distretto sanitario nella nuova Casa della Comunità con gli appositi fondi ottenuti dal Pnrr.
Dopo il trasloco temporaneo dei servizi sanitari territoriali al secondo piano del nosocomio di via Ruffini, dove resteranno per un anno (almeno), l’Asl adesso è pronta ad aprire il cantiere. Il Sant’Antonio è la “casa” della sanità di Ovada, un edificio con una lunga storia.
«I lavori interesseranno la bassa manica longitudinale al piano terra, al di là dell’attuale Accettazione e dello spazio dove oggi si trovano le macchinette del caffè, che sarà completamente rivoluzionata – spiega l’ingegnere Giorgio Serrato, responsabile del Servizio tecnico dell’Asl e dei progetti legati alle risorse del Pnrr -. Per farlo, avremo a disposizione 1 milione 485 mila euro. L’intero lotto sarà ristrutturato dai muri al tetto, dai serramenti agli spazi. Il progetto prevede la riorganizzazione dei locali in modo da poter accogliere, a interventi terminati, qualcosa di diverso e di più ampio del semplice Distretto sanitario, avremo a quel punto una Casa della Comunità a servizio dei cittadini».
E ancora: «Non si parla di un poliambulatorio, ma di un luogo nel quale saranno concentrate tutte le prestazioni territoriali, ampliando quelle del Distretto: ci saranno i medici di base e i pediatri di libera scelta, la continuità assistenziale, gli infermieri di famiglia e di comunità, gli ambulatori per la vaccinazione, per i prelievi e per altre visite specialistiche e anche alcuni servizi di diagnostica di base, penso, ad esempio, alle ecografie».
Processo a più tappe
Come aveva spiegato anche il direttore del Distretto Acqui – Ovada, Claudio Sasso, per il Sant’Antonio si tratterà di far fare alla sanità territoriale un bel passo in avanti in termini di qualità e quantità delle prestazioni offerte, in integrazione con quelle dell’ospedale e, anche, del Consorzio dei servizi sociali, col quale proseguirà la coabitazione negli spazi di via XXV Aprile. «Il Consorzio, sempre grazie ai fondi del Pnrr che è riuscito a ottenere, ripristinerà infatti i tre piani della palazzina storica dell’ex Sant’Antonio, che oggi versa in condizioni precarie, per creare quello che diventerà il suo Polo di Comunità – prosegue Serrato -. Siccome gli spazi nella manica bassa saranno insufficienti per collocare tutti i nostri servizi, ci siamo già accordati con loro per avere a disposizione altri spazi al piano terra: Accettazione, uffici, altri ambulatori».
Alla fine, l’ex Sant’Antonio, struttura storica ottocentesca, sarà di nuovo tirato a lucido e si trasformerà in un punto di riferimento a tutto tondo per la sanità territoriale e l’attività socioassistenziale dell’Ovadese. Per completare i lavori della Casa della Comunità, in partenza in queste settimane, Serrato non si spinge a indicare una data ma parla di un’apertura nel corso del 2025: a quanto pare servirà più dell’anno previsto inizialmente, il che obbligherà alla convivenza tra Distretto e ospedale civile di via Ruffini per qualche mese in più del previsto.