Ex Ilva, 5 multinazionali interessate. Oggi arriva il ministro Urso
NOVI LIGURE — Ci sarebbero cinque multinazionali interessate a entrare nella compagine sociale della nuova Ilva. Di queste, «tre con…
NOVI LIGURE — Entro la fine del 2024, o al più tardi nella prima parte del 2025, l’ex Ilva vedrà l’ingresso di un nuovo socio industriale. Lo ha detto questa mattina a Novi Ligure il ministro delle Imprese Adolfo Urso, al termine della visita dello stabilimento di Acciaierie d’Italia.
«Prima dell’estate apriremo una procedura pubblica tramite cui le grandi holding internazionali dell’acciaio potranno presentare i rispettivi piani industriali», ha detto Urso. Al ministero sarebbero arrivate alcune manifestazioni informali di interesse «non appena si è capito che si poteva tornare a guardare alla siderurgia italiana», ma anche alcuni «progetti compiuti».
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Per Urso, «potremo finalmente voltare pagina, dopo dieci anni in cui si parla solo di crisi e di cassa integrazione». «La siderurgia è fondamentale, perché da questa industria dipende tutta la filiera della manifattura», a cominciare dall’industria automobilistica, fondamentale per il Piemonte.
Per quanto riguarda la crisi dell’indotto – l’altro ieri le associazioni dell’autotrasporto hanno dichiarato il blocco delle prestazioni – il ministro ha detto che la situazione si sarebbe potuta già risolvere se ci fosse stata «una maggiore collaborazione da parte della precedente gestione di Acciaierie d’Italia» (leggasi Arcelor Mittal e Lucia Morselli). Aziende fornitrici e imprese dell’indotto saranno «messe in sicurezza» con fondi ad hoc, mentre per i lavoratori «abbiamo previsto la cassa integrazione straordinaria».
Durante la visita, Urso ha incontrato i rappresentanti sindacali, le istituzioni locali e regionali e i lavoratori. Presenti anche i commissari nazionali di Acciaierie d’Italia (la società che gestisce gli stabilimenti) Giancarlo Quaranta, Giovanni Fiori e Davide Tabarelli, e di Ilva As (che delle fabbriche è proprietaria) Alessandro Danovi, Francesco Di Ciommo e Daniela Savi.
Il governatore Alberto Cirio ha consegnato al ministro il documento che la Regione Piemonte ha condiviso con i rappresentanti del territorio e dei lavoratori. «La crisi dell’Ilva coinvolge migliaia di famiglie in Piemonte. Continuità produttiva, tutele per i lavoratori diretti e dell’indotto, sicurezza negli stabilimenti sono le priorità del nostro territorio per un settore strategico come è quello dell’acciaio per il Piemonte. Con il Terzo Valico e la Torino-Lione il Piemonte potrà diventare cuore dell’Europa anche dal punto di vista della produzione industriale, assicurando un futuro all’ex Ilva».
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Interlocutorio il giudizio dei sindacati. Per Loris Scarpa, coordinatore nazionale Fiom Cgil, «bene l’interesse da parte di eventuali partner industriali, ma prima bisogna capire quale sarà il futuro dell’Ilva e a che condizioni sarà venduta. Per noi l’Italia non può fare a meno di questa azienda, che deve rimanere un tutt’uno».
«Ci aspettiamo un nuovo piano industriale che ridisegnerà la nuova Ilva e con un’attenzione anche al sito di Novi, a cui devono essere ridati sia il valore industriale che la giusta dignità ai lavoratori», aggiungono Guglielmo Gambardella e Alberto Pastorello, rispettivamente della Uilm nazionale e provinciale.
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Un concetto ribadito anche dal sindaco Rocchino Muliere: «Il rischio è che in questa vertenza si parli solo di Taranto e Genova. Ma lo stabilimento di Novi Ligure è altrettanto strategico. È necessario far ripartire la produzione, garantire la sicurezza dei lavoratori e la manutenzione degli impianti e soprattutto che ci sia un piano industriale che guardi al futuro».
Per il parlamentare Pd Federico Fornaro, «i 320 milioni di euro stanziati dal Governo devono essere usati per garantire la ripresa produttiva di tutti gli stabilimenti AdI, iniziando da un piano straordinario di manutenzione, senza il quale non si può ripartire. La sicurezza sui luoghi di lavoro è una priorità che non può essere messa in discussione, così come non può essere dimenticato l’articolato settore dell’indotto. Servono quindi altre risorse in tempi rapidi ed è urgente la redazione di un piano industriale per l’ex Ilva».
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Martedì il tribunale di Milano metterà sotto esame i conti delle altre aziende della galassia di Acciaierie d’Italia. La dichiarazione di insolvenza è data per scontata e aprirà la fase dell’amministrazione straordinaria “di gruppo”, auspicata dallo stesso ministro Urso. «Ritengo che l’amministrazione straordinaria debba essere estesa a tutte le aziende di AdI, ma aspettiamo la decisione del tribunale, che finora ha approvato le nostre scelte».