Sentiamoci su WhatsApp, vediamoci in Piazzetta
C'è chi li ama e c'è chi li odia: si tratta dei gruppi WhatsApp naturalmente.
A distanza di molti anni non ho ancora capito se la Rete sia reale o virtuale. È di certo reale perchè gli effetti dei comportamenti online – nel bene o nel male – hanno effetti nella vita di tutti i giorni e nella relazione con gli altri: persino la sparizione dai radar online, il cosiddetto ghosting, può avere un impatto sulle amicizie e sugli affetti.
Che abbia qualche elemento di virtualità non lo testimoniano invece solo atteggiamenti online che verosimilmente non avrebbero luogo di persona, ma è bello pensare che alcune esperienze che si possono fare online, per esempio in ambienti di gaming, abbiano più a che fare con la letteratura che con la vita.
Ognuno ha un ruolo nei gruppi WhatsApp
Cartina di tornasole di questo strano incontro fra reale e virtuale sono i gruppi WhatsApp. Dalle famigerate chat dei genitori ai gruppi della famiglia, più o meno allargata, WhatsApp dà la misura di quanto sia diventato il sistema operativo delle nostre relazioni, il filo teso che tiene insieme contatti che, messi alla prova di una telefonata, di un incontro, di una visita a Natale, potrebbero sciogliersi come neve al sole.
Nei Gruppi di WhatsApp si riproducono, in qualche circostanza ribaltandosi, le sensibilità delle persone: chi svolge il ruolo del collante che aggiunge alla lista, chi fa il brillante e condivide meme e video, chi è attento e ricorda i compleanni di tutti, non può mancare l’organizzatore di cene e aperitivi ed ovviamente si distingue lo sbrigativo che interagisce solo con il pollice alzato.
Diversi dai gruppi Facebook in cui talvolta ci si confronta con toni e commenti che non si farebbero di persona e tradiscono il lato virtuale dei social, i gruppi WhatsApp sono al contrario la prosecuzione del reale. Per questo avanzano di quando in quando il vago augurio, prima o poi, di vedersi in Piazzetta.