Terme: il Comune vuole rimanere socio di minoranza
Il sindaco Rapetti: "Ci sono ancora le condizioni per esercitare l'annullamento del recesso delle quote comunali"
ACQUI TERME – Novità in vista nel pacchetto azionario delle Terme? Pur non essendoci ancora nulla di certo, su questo fronte potrebbero aprirsi nuovi scenari.
La conferma arriva dal sindaco Danilo Rapetti. «Insieme alla proprietà – commenta – stiamo ragionando su un rientro del Comune nella partecipazione azionaria, a cui potrebbe seguire un ingresso nel Cda».
A oggi, infatti, a Terme di Acqui Spa fa capo l’amministratore unico Anna Catani, ma con un’eventuale modifica almeno uno dei tre membri potrebbe subentrare nel nuovo Cda in rappresentanza dell’amministrazione comunale.
“Chiediamo nuovi interventi su strutture”
Nel 2019 l’ex Giunta Lucchini aveva formalmente ceduto il proprio 15,7% di quote all’azienda. Per la liquidazione richiesta da Palazzo Levi, tuttavia, è ancora in atto una causa basata sull’effettivo valore monetario (più di 3 milioni per l’ex Giunta, 700mila euro per Terme di Acqui). Da allora i rappresentanti del Comune hanno sempre partecipato, senza diritto di voto e di parola, alle assemblee aziendali. «Al momento sussistono ancora i margini per esercitare l’annullamento del recesso delle quote comunali», assicura Rapetti.
Se la trattativa dovesse andare in porto si profilerebbe un rientro del “pubblico” nel pacchetto azionario (privato) termale. «L’idea è quella di firmare un protocollo in cui accanto al rientro del Comune ci sia parte delle Terme un impegno a realizzare determinate opere e riaperture, pensiamo in particolare a Grand Hotel e Spa».
In caso di “fumata bianca”, quindi, sorge spontaneo pensare che al termine del regime di monopolio sulle due concessioni termali, in scadenza nel 2025 e nel 2026, l’azienda genovese possa aspettarsi in cambio dalle controparti una sorta di “trattamento di favore” al momento dei rinnovi.