De Lorenzi: “Recesso quote Terme? Metodo non mi pare serio”
Il capogruppo del Pd: "Venga il Sindaco a spiegare a Commissioni e Consiglio se il bilancio del nostro Comune può reggere tale operazione"
ACQUI TERME – Appresa la notizia riguardo le intenzioni da parte del Comune di Acqui di esercitare l’annullamento del recesso delle quote azionarie del comparto termale e chiedere l’ingresso nel Cda societario, non si è fatta attendere la replica da parte del circolo del Pd acquese per voce del consigliere di minoranza Carlo De Lorenzi.
“Commissioni e Consiglio non sono formalità”
«È una notizia che faccio fatica a commentare», dichiara De Lorenzi. «perché d’altronde non si tratta di una notizia ma sono poco più che parole. Senza numeri, date, indicazioni strategiche. E mi rifiuto di accettare il metodo per cui prima si va sui giornali e poi, appunto, se ne discute nelle sedi opportune, che sono le Commissioni o il Consiglio. Organi che stanno lì non per forma, ma perché possano approfondire gli effetti positivi e negativi di ogni scelta, soprattutto nel caso di una decisione così importante e complessa sia sotto il profilo giuridico che finanziario».
De Lorenzi, quindi, chiede chiarimenti ufficiale per via amministrativa. «Venga il Sindaco a spiegare alle Commissioni e al Consiglio se il bilancio attuale del nostro Comune può reggere questa operazione e poi parliamo di come rientrare nella compagine sociale. Poi, e solo poi, vediamo se le parole “basta con il monopolio” siano compatibili con il fatto di esser socio con il monopolista. O se sia possibile per il Comune (che ha richiesto un permesso di ricerca, vero?) sviluppare attività ipoteticamente concorrenziale con la società di cui è socio».
A ogni modo, tempi e modi che non vanno giù al capogruppo del Pd a Palazzo Levi: «Il metodo utilizzato non mi pare serio. Eppure la questione Terme è tremendamente seria. Sarebbe meglio concentrarsi sulla fine delle concessioni perpetue, su bandi di gara che non ci sono e fondi regionali per la ricerca di nuovi fonti che sono ancora negli uffici sbagliati. E tanto altro ancora…».