«In Piemonte non ci sono i livelli essenziali di assistenza in sanità»
Parole di Alberto Deambrogio, che attacca il governatore Cirio
CASALE – «I recenti risultati in merito all’ applicazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in sanità – ha dichiarato il segretario regionale piemontese del Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea Alberto Deambrogio – hanno rivelato una profonda crisi del sistema salute in Italia. In particolare il Piemonte non riesce a garantire questi livelli su partite importanti come la medicina territoriale e gli ospedali».
«Il presidente Cirio nelle scorse settimane ha ribadito con forza che per lui la soluzione di problemi come questi si chiama autonomia differenziata, la sciagurata norma che è in fase avanzata di discussione in parlamento; una norma che affosserà definitivamente l’idea e la pratica di diritti uguali per tutti a partire da quello alla salute».
«Trovo sconcertanti le argomentazioni di Cirio. Ricordo che la sua difesa dell’autonomia differenziata ha come fonte di legittimazione la teoria che finalmente sarebbe l’efficienza organizzativa piemontese a trionfare, insieme ai soldi che resterebbero in Piemonte invece di andare altrove dove sarebbero mal spesi».
«I risultati appena pubblicati dicono chiaramente che la supposta eccellenza organizzativa di Cirio semplicemente non esiste. Questa giunta regionale non è in grado di garantire i LEA e vorrebbe entrare in un sistema dove i nuovi standard che dovrebbero assicurare Livelli Essenziali di Prestazione (LEP) sono tragicamente solo sulla carta, non finanziati. Questi ultimi, fra l’altro, disegnerebbero solo un teorico trattamento essenziale per tutti.Questo vuol dire che ci saranno regioni in grado di dare più prestazioni perché in possesso di più risorse: la fine dell’omogeneità delle risposte di salute».
La lotta contro l’autonomia differenziata
«Le retoriche efficientiste pro autonomia di Cirio vanno smascherate e scardinate – ha concluso Deambrogio – Bisogna prepararsi a riprendere con forza e con tutti i mezzi a disposizione, compresi quelli giuridici, la lotta per evitare che il progetto dell’ Autonomia Differenziata si compia impunemente. È questo il momento delle scelte chiare e della consapevole mobilitazione. Alcuni presidenti regionali si sono già pronunciati per il no, altri come Giani e Bonaccini, di centro sinistra, continuano a non sciogliere la loro ambiguità. Questo la dice lunga sulla radice di questo progetto che ha troppi, dannosi, sostenitori».