EcoSentieri, il teatro dove Eco decise quando era nata Alessandria
La ventitreesima puntata della serie dedicata a Umberto Eco e realizzata da Brunello Vescovi
Al Teatro Comunale di Alessandria, inaugurato negli Anni 70 su un lato dei giardini pubblici e da oltre dieci anni chiuso per dispersione d’amianto, Umberto Eco decise in un convegno la data in cui celebrare la fondazione di Alessandria.
L’anno, il 1168, non era in discussione, ma c’era da stabilire giorno e mese, e non della posa della prima pietra, visto che la fondazione fu opera lenta e faticosa: motivazione ufficiale, pare, fu che in quel giorno fu espressa la volontà dei consoli di quel luogo di piccole e povere case di andare a Lodi per presentare Alessandria alla Lega dei Comuni in lotta contro l’imperatore Federico Barbarossa. Ma l’ex sindaco Mara Scagni (all’epoca assessore in Provincia) raccontò un retroscena: la scelta della data fu simbolica.
E riassume così la posizione di Eco: “La stagione della rinascita della vita in generale è la primavera e quindi, se noi amiamo Alessandria, la rinascita deve essere in primavera. Maggio tutti lo sentiamo come una forza di rinascita per tutti noi, eccetera. Secondo me maggio va bene. Il primo maggio però non si tocca, è la festa dei lavoratori. Però poco dopo potrebbe starci benissimo. E quindi piantiamola lì: Alessandria è nata il 3 maggio”.
L’autore
Brunello Vescovi, giornalista, per trent’anni si è occupato di cultura e spettacolo alla redazione de La Stampa di Alessandria. Ama il teatro, le partite dell’Inter e i film di Woody Allen. L’idea di un podcast su Umberto Eco è nata in lui con con un obiettivo: svelare – anche dando voce ad altri – una serie di aspetti poco conosciuti della vita del Professore. In particolare i legami con la città natale, mai ostentati – con spirito squisitamente alessandrino – ma dimostrati nei fatti, anche attraverso le citazioni, a volte vaghe, a volte evidenti, che si ritrovano nelle pagine dei suoi romanzi. E raccontare l’importanza degli anni trascorsi al liceo Plana, dove fu studente vivace e ideatore di tante iniziative: oggi quella scuola porta il suo nome e i familiari sono convinti che non gli dispiacerebbe affatto.