Inizia la Quaresima: il messaggio del vescovo di Casale
Sabato alle 21 la Veglia
CASALE – In occasione dell’inizio del periodo di Quaresima, il vescovo di Casale Gianni Sacchi, che sabato 17 febbraio alle 21 in Cattedrale presiederà la Veglia e che celebrerà la messa in Cattedrale tutte le domeniche di Quaresima alle 18, rivolge questo messaggio ai fedeli.
Cari diocesani, fratelli e sorelle,
quest’anno la Santa Pasqua cade domenica 31 marzo e di conseguenza anche il tempo quaresimale ci troviamo già ad iniziarlo a metà febbraio.
Questo tempo che ci viene donato è importante, perché a tutti viene data l’opportunità di verificare il proprio cammino di fedeltà a Cristo e alla sua Parola.
Oltre ai tre atteggiamenti fondamentali a cui Gesù ci richiama nel Vangelo del Mercoledì delle Ceneri che sono: il digiuno, la preghiera e l’elemosina, dobbiamo far tesoro anche della bellezza della Parola di Dio che ogni giorno ci viene donata dalla liturgia.
Vorrei che tutti imparassimo a gustare la Parola che Dio ci rivolge in questo tempo Santo: nel viaggio della vita non siamo soli, nel deserto della nostra esistenza troviamo un’Oasi: Dio ci parla, la Chiesa, nostra Madre, ci vuole insegnare ad ascoltare la sua voce.
Il lezionario feriale del tempo di Quaresima è un cammino spirituale che propongo a tutti: a chi riesce a partecipare alle messe feriali e a chi può utilizzare un Messalino o cercare le letture del giorno direttamente su Internet.
Ma anche il percorso delle domeniche di Quaresima, attraverso la Parola di Dio, è un viaggio che può aiutarci a prepararci alla festa delle feste, il centro della nostra fede, che è la Pasqua di morte e resurrezione del Signore.
Nella prima domenica Gesù resiste alla tentazione “diabolica”, perché sceglie la via del Padre. In Gesù anche noi possiamo trovare il coraggio di superare la provocazione continua del male e restare fedeli a Dio. Fede, infatti, significa trovare stabilità, accettare Dio come fondamento sicuro della nostra esistenza, accogliere nella vita il progetto divino di misericordia.
Nella seconda domenica la fiducia del credente lo porta, anche in mezzo alle difficoltà, a riconoscere la potenza liberatrice che viene da Dio. La scelta dei discepoli di affidarsi a Gesù è il modello anche della nostra fede. La fede cristiana non è fede in una dottrina, ma ascolto del Figlio “amato“. È questa scelta di fede che permette a Dio di entrare nella nostra vita e di rendere anche noi suoi “figli“.
Nella terza domenica incontriamo Gesù che compie il gesto della “purificazione del tempio“ in cui ha profeticamente indicato il senso della “religione” per l’uomo: non una relazione fondata su interessi terreni, su un “dare per avere“, ma una capacità di fidarsi di Dio e di affidarsi a lui soltanto. L’intervento provocatorio di Gesù ci libera dalla tentazione dell’idolatria, sempre presente anche nella nostra visione religiosa. Ciò che deve caratterizzare il nostro rapporto con Dio è solo l’amore ricevuto e donato.
Nella quarta domenica, l’incontro di Gesù con Nicodemo ci rassicura: Dio ha mandato Gesù, il Figlio, perché il mondo si salvi per mezzo di lui. Come Nicodemo, anche noi siamo invitati a mettere da parte le nostre false immagini di Dio, ad esempio del Dio castigatore o causa della nostra infelicità. La volontà di Dio nei nostri confronti è soltanto volontà della nostra salvezza.
Nella quinta domenica la richiesta di un gruppo di greci che si presentano ai discepoli per avere accesso a Gesù risuona oggi come il grido di tanta gente che, disorientata e insoddisfatta, cerca un senso nella vita e qualcosa per cui valga la pena di vivere.
I cristiani, come i discepoli, non possono fare finta di niente.
E questo percorso di cinque settimane ci porterà alla “Grande Settimana”: dall’Ingresso di Gesù a Gerusalemme alla Solenne Veglia Pasquale della Risurrezione.
“Lasciatevi riconciliare con Dio! È questa la supplica dell’Apostolo Paolo con la quale inizia la Quaresima: prendiamola sul serio almeno quest’anno!
Nel grande romanzo “I fratelli Karamazov” lo scrittore russo Fedor Dostoevskij ci racconta una scena splendida: il fratello maggiore Dimitri insulta il padre davanti all’intero monastero, dove era ospitato il fratello minore. Il padre ricambia con violenza ancora più grande: lo spettacolo è desolato e degradante, gli insulti diventano minacce, le minacce sono piene di morte. Di fronte a tutto ciò, l’anziano monaco Zosima avanza verso il giovane infuriato, gli si inginocchia davanti e umilia la fronte davanti ai suoi piedi. La discussione si interrompe, il furore si spegne. “Mi sono inclinato davanti al suo grande dolore perché egli non venga vinto dal grande dolore”. Ecco il senso della quaresima: in mezzo alle nostre contese avanza il figlio di Dio. Si inchina davanti a noi, ci offre ancora una volta la prova del suo amore, l’occasione per ricominciare, egli infatti sa che “la nostra tristezza infinita si cura soltanto con un infinito amore”.
E non dimentichiamoci della Quaresima di Fraternità a favore delle nostre suore del Mazzone che, in Benin nella diocesi di Dassa Zoumè, hanno da poco fondato una scuola tecnica e professionale per dare a molti giovani poveri, la possibilità di imparare un mestiere per il loro futuro.
Buon cammino a tutte le nostre comunità parrocchiali.