Alessandria Calcio: “Centogrigio, gli arretrati sono di precedenti gestioni”
Prole, però, dure sul "proprietario del centro, che si è fatto giustizia da sé". E le azioni di responsabilità su Benedetto ci sono o no?
ALESSANDRIA – Ce n’è per tutti. Per Centogrigio, e la sua proprietà. E per Enea Benedetto.
Tutto condensato in un comunicato dell’Alessandria Calcio che arriva con i tempi dei bradipi, cioè lentamente, ben due ore dopo la puntualizzazione dell’avvocata Giusy Scarpinato, legale del centro sportivo, sugli sviluppi positivi (sarà ancora così dopo le parole della società grigia?) grazie all’accordo per la riapertura dell’impianto alle giovanili.
Da siglare domani, mentre l’Alessandria lo dà già per fatto.
Con un linguaggio infarcito di ripetizioni (forse perché repetita iuvant) arrivano le precisazioni.
“La società ha pagato i canoni, onerosissimi, pattuiti dalla precedente gestione, fino a gennaio, e quindi tutto il corrente. Sono in arretrato due canoni risalenti, appunto, a chi ha amministrato precedentemente, in maniera quantomeno ‘allegra’.. Trattasi di due canoni, a fronte dei quali il proprietario (mai citato per nome. ndr) in violazione di norme civili e penali, si è fatto giustizia da sé’, impedendo a giovani, anche minorenni, che volevano allenarsi, l’accesso al CentoGrigio”.
Da questa ricostruzione Gilberto Preda non ne esce certo bene e sono da valutare ora le sue reazioni.
Quelle dell’Alessandria? “Amarezza, a fronte di condotte intese a ledere la società che dovrebbe, sportivamente, rappresentare la città, in un momento di difficoltà dal quale questa proprietà sta cercando, faticosamente, di rimettersi, difficoltà che non dipendono certo da chi oggi detiene le quote dell’Alessandria, ma da chi l’ha preceduta”.
Basta Benedetto
Ad ‘amareggiare’ la società sono anche “gli organi di stampa locali per lo spazio che concedono a Enea Benedetto, al punto di farlo vantare di non avere subito azioni di responsabilità”.
A parte il fatto che cosa pubblicare, in un paese in cui c’è ancora libertà di stampa, spetta ai giornalisti, salvo che la proprietà dell’Alessandria e il loro legale non abbiano già deciso di abrogare l’articolo 21, poi la nota, di fatto contraddice quella di venerdì scorso, in cui la stessa Alessandria Calcio aveva annunciato azione di responsabilità sociale verso l’ex presidente.
“Da informazioni assunti tramite i nostri legali, Benedetto potrebbe essere attinto (?), sotto numerosi profili, da azioni di responsabilità, le quali, però, finirebbero per far assumere alla società costi di difesa a fronte di prospettive di recupero del danno del tutto nulle, stante lo stato patrimoniale attuale dello stesso Benedetto, che non dà alcuna garanzia di recupero di somma alcuna, essendo privo di beni patrimoniali utilmente aggredibili”.
Dunque, in sintesi: annunciamo l’azione, ma non la facciamo. Ma allora non sarebbe stato meglio scrivere il comunicato precedente in modo diverso e non ‘sparare’ l’avvio di procedure che non si faranno. Altrimenti ci si comporta come chi urla cose e poi non le fa. E da maggio, ad Alessandria, questa è diventata la triste regola.