Nucleare a Trino. Legambiente a Riboldi: «Non ha nulla da dire?»
L'intervento del circolo casalese Verdeblu che contesta l'ipotesi nel metodo e nel merito
TRINO – Sulla Gazzetta Ufficiale è stata pubblicata la legge 11 del 2 febbraio 2024. Si tratta della conversione in legge del Dl Energia, che consente l’autocandidatura ad ospitare il Deposito Nazionale dei Rifiuti Nucleari anche per Comuni non inclusi nella Cnai, l’elenco dei 51 siti ritenuti idonei. Trino, che si è candidata nelle scorse settimane, non vi è inclusa.
«La pubblicazione, che consente al sindaco (Daniele Pane ndr) di presentare l’auto-candidatura del suo Comune a ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive, ci motiva doppiamente ad opporci e a fare una corretta informazione: per il merito e per il metodo» spiegano dal circolo casalese Verdeblu di Legambiente.
«Da un lato abbiamo la scelta sbagliata e controproducente di un’amministrazione che reclama un deposito nucleare in un sito non idoneo; dall’altro abbiamo il sindaco della stessa amministrazione che di fatto ostacola e rifiuta l’iter di confronto e normativo. In barba alla salute e alla sicurezza ambientali. Dobbiamo opporci. Non solo con i cittadini e le cittadine di Trino e con il Comitato Tri-No, ma anche con la popolazione di tutto il territorio confinante e con chi ritiene insensata una norma che renderà ancora più difficile la realizzazione di un’opera necessaria al nostro Paese. Oltre il danno, la beffa. Iniziamo col “merito”» prosegue la nota.
La manifestazione di sabato 3 febbraio
«La manifestazione che Legambiente ha organizzato sabato 3 febbraio a Lucedio, Leri Cavour e Trino con la presenza del presidente nazionale Stefano Ciafani, della presidente regionale Alice De Marco e di Gian Piero Godio del circolo Vercellese, è stata un segnale preciso e forte della volontà di non consentire che si compia uno sfregio alla ragione e al buonsenso – prosegue il circolo – L’abbiamo già detto, ma occorre ripeterlo con forza: è necessario chiudere definitivamente l’era nucleare italiana e per poterlo fare dobbiamo cancellare le ferite da questa inflitte al territorio nazionale rappresentate dai depositi temporanei, spesso localizzate in siti non idonei. Il Deposito nazionale è l’unica soluzione possibile, tuttavia è fondamentale seguire rigorosamente il percorso messo in campo con la Carta Nazionale Aree Idonee, senza possibilità di assurde auto-candidature che rischiano di screditare e cancellare il percorso scientifico attraverso fantasiose modifiche ad hoc dei criteri di valutazione. Ambiguità e opportunismo non possono disconoscere né la serietà di un percorso scientifico né l’interesse collettivo a vivere in un ambiente quanto più possibile protetto e controllato».
«E questo era il merito. Ma anche il “metodo” è assai discutibile».
Nucleare a Trino: «Riboldi non ha nulla da dire?»
Prosegue Legambiente: «Il gran pasticcio che si sta facendo, consentendo a quei Comuni le cui aree erano state ritenute non idonee fino alla recente modifica normativa, la possibilità di autocandidarsi, predisponendo una Carta nazionale delle aree autocandidate (CNAA), ha già ricevuto una forte opposizione da parte dei Comuni del nostro territorio, ma ci piacerebbe sentire dal sindaco di Casale (Federico Riboldi ndr) una più forte e decisa presa di posizione contro chi ha presentato l’auto-candidatura e contro chi l’ha avvalorato con una norma apposita. Nulla da dire? E seguendo la catena delle autorità competenti, ci preoccupano fortemente le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, favorevole al ritorno del nucleare attraverso l’impiego di mini reattori, in un’idea di ambiente a spizzichi e bocconi, priva – o poco chiara per noi – di un orizzonte energetico compatibile con le necessità vere delle persone e dell’ambiente».
«Noi ribadiamo il nostro “No” deciso all’utilizzo dell’energia nucleare, come affermato dalla volontà popolare con i referendum del 1987 e del 2011. E ribadiamo la necessità di chiudere definitivamente un capitolo energetico messo fuori gioco dai problemi dati dalla sicurezza degli impianti, dallo smaltimento delle scorie radioattive, appunto!, e dai costi insostenibili. Per questo il Deposito nazionale è un impianto imprescindibile, e per questo bisogna realizzarlo nei luoghi individuati dalla CNAI. Anche se la scelta dovesse ricadere su uno dei 5 siti piemontesi. Però, ribadiamo, non a Trino, sito non idoneo».