Montecastello e il PFAS cC6O4: adesso le analisi sui cittadini
Il sindaco Gianluca penna: "Mi sono sentito solo, non ho avuto grossi riscontri da parte della politica esterna"
Il sindaco di Alessandria e il collega di Montecastello hanno istituito un Tavolo tecnico permanente che coinvolge tutti gli Enti che stanno svolgendo attività di controllo in merito ai Pfas: prima riunione lo scorso gennaio (ma non c'è ancora alcuna comunicazione sui dettagli dell'incontro)
ALESSANDRIA – Caso Solvay: il pozzo di Montecastello è chiuso, “ora parte civile davanti al Gup”. Mentre c’è chi, come la Provincia, non ha ancora le idee ben chiare sull’eventualità di costituzione di parte civile all’udienza preliminare del 4 marzo, altre amministrazioni stanno già preparando le carte. La Giunta Comunale di Alessandria ha deliberato il sì, affidando l’incarico alla propria avvocatura, e il sindaco di Montecastello, Gianluca Penna, ha dato incarico all’avvocato Marika Crivelli (dello studio Gastini).
«Noi ci eravamo già attivati – spiega il sindaco Penna – e ci costituiremo parte civile. Le motivazioni sono legate alla chiusura di un pozzo di proprietà del Comune». Il primo cittadino spiega come il Comune sostenne i costi per la realizzazione di quel pozzo che riforniva la rete idrica, mentre ora la Provincia – dopo la chiusura a scopo cautelativo – ne ha intimato la chiusura entro 90 giorni.
Montecastello e il PFAS cC6O4: adesso le analisi sui cittadini
Il sindaco Gianluca penna: "Mi sono sentito solo, non ho avuto grossi riscontri da parte della politica esterna"
«La Provincia – spiega Penna – ci ha comunicato che al termine dell’inchiesta dei Noe (i Carabinieri del nucleo operativo ecologico) non c’è più la necessità che il pozzo rimanga aperto, e ne ha intimato la chiusura, come prevede la normativa. Se un pozzo non lo si utilizza, bisogna chiuderlo. E chiuderlo significa estrarre gli impianti interni e poi sigillarlo. Tutto questo comporta costi, per qualcosa che è accaduto. La costituzione di parte civile non è solo una cosa dovuta per quello che è successo, ma è anche legata a un discorso economico che ora ci troviamo a dover sostenere».
Fu l’Arpa di Alessandria nel 2020, allora diretta da Alberto Maffiotti, a comunicare che in quel pozzo, che alimentava l’acqua potabile di Montecastello, era stata rilevata la presenza del Pfas cC6O4. Da quel momento, il sindaco, di concerto con gli esperti, ne decise la chiusura momentanea a scopo precauzionale per poi arrivare alla completa dismissione. La rete idrica ha così dovuto subire delle modifiche e l’allacciamento a un’altra struttura.
Il pozzo in questione non sarà più utilizzato ai fini del consumo umano, ma neppure civile. Con quell’acqua non si potranno più annaffiare giardini e aiuole pubbliche.
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Monitorare il territorio è importante. Così, il sindaco di Alessandria e il collega di Montecastello hanno istituito un Tavolo tecnico permanente che ha lo scopo di coinvolgere tutti gli Enti che stanno svolgendo attività di controllo in merito ai Pfas. Al tavolo, oltre alle due amministrazioni, si sono sedute Arpa, Regione, Asl Al, l’Istituto Zooprofilattico che ha eseguito le analisi sugli alimenti (uova e latte, ad esempio) e la Provincia.
Nei primi giorni di gennaio c’è stato un primo incontro propedeutico. Lo scopo di questa iniziativa (anche se al momento, non è ancora stata fornita alcuna comunicazione) è quello di condividere tutte le informazioni che ogni Ente acquisisce durante la propria attività, per poi, a livello politico «acquisire questi dati – spiega Penna – e fare un discorso di comunicazione corretta nei confronti del territorio».
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C’è un pool per monitorare l’ambiente. I prelievi (relativi ai PFAS)eseguiti presso allevamenti nell’area del polo chimico
Al Tavolo di gennaio sono stati illustrati i risultati, che già conoscevamo, relativi ai deposimetri installati da Arpa a Spinetta, Montecastello e ora anche nei pressi del Volta ad Alessandria (questi ultimi non sarebbero ancora a disposizione).
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Il dottor Paolo Merlo, di Asl Al ha illustrato la metodologia di intervento per quanto riguarda i controlli dei pozzi ad uso pubblico su tutto il territorio provinciale alessandrino (quelli che Il Piccolo ha pubblicato il 1° novembre 2023). Mentre la presenza del dottor Antonino Sottile, attuale direttore generale Irccs Candiolo, e direttore della Sanità piemontese era funzionale a tutti gli aspetti che riguarderanno il biomonitoraggio predisposto dalla Regione.