Scritto su Valenza del 1890
Un nuovo interessante approfondimento del professor Maggiora
VALENZA – Buttandoci ancora nel passato remoto, nel decennio 1880-1890 a Valenza inizia il passaggio da una economia legata da sempre all’agricoltura, soprattutto alla produzione vitivinicola, a quella industriale. In questi anni la produzione locale del filato è in decadenza, si è fatta più marginale poiché si è spento il dinamismo imprenditoriale che l’aveva sorretta. La produzione di gioielli traballa, ma non cede. Buona parte dei valenzani gode ancora di autosufficienza grazie all’attività agricola, che procede secondo ritmi stabiliti da secoli, con 13-14 ore di lavoro giornaliere. La stalla svolge molteplici funzioni: è un ricovero per animali, ma, nella stagione fredda, anche un luogo di socializzazione e un caldo giaciglio per tutti. Le donne vivono in silenzio una quotidianità di sottomissione al maschio; dissentire non è consentito in una società cattolica e premoderna impregnata di moralismo.
Al governo della città c’è una classe politica conservatrice traballante e lacerata da tensioni interne e da meschine furbizie, che, come una divinità viziata, nella versione “nessuno mi può giudicare”, si reputa superiore per censo e cultura ed è intollerante verso la nuova sinistra e i suoi presupposti ideologici, ancora troppo isterici e settari. Nell’inamidata borghesia valenzana, che appare sempre meno vincente, resta impressa anche una certa nostalgia crepuscolare, quasi gozzaniana, fatta di onesti sentimenti, di disciplina e di senso del dovere. Un gradino al di sotto c’è la media borghesia, composta da professionisti, notai, medici, funzionari e intellettuali, mentre la piccola borghesia è composta da artigiani, commercianti e impiegati.
Rientrano nel proletariato coloro che, non disponendo di altro che della propria capacità di lavorare, trovano occupazione come braccianti nelle campagne (proletariato agricolo) o come operai nelle aziende (proletariato industriale). Mentre l’analfabetismo a livello nazionale è superiore al 50%, a Valenza è poco più del 20%.
Nel 1890, sulla pubblicazione “La Patria”, veniva descritto così, in modo suggestivo, il Mandamento XI di Valenza del circondario di Alessandria, composto dai comuni di Valenza, Lazzarone (dal 1901 Villabella) e Pecetto di Valenza.