250 trattori ad Alessandria: "Prezzi bassi e politiche sbagliate"
Il collettivo degli Agricoltori Autonomi ha chiamato a raccolta centinaia di agricoltori, per una settimana di protesta
ALESSANDRIA – Gli agricoltori chiedono dignità. E lo fanno sfilando in un’Alessandria ingrigita. Partenza dal presidio permanente di viale Milite Ignoto, arrivo in piazza della Libertà, davanti alla prefettura. Tutto secondo copione. Qualche trattore. Molta gente a piedi. Cartelli, urla. Una sirena ad aggiungere rumore. Ma niente di turbolento e zero lavoro per le forze dell’ordine in strada per controllare.
I temi di discussione sono quelli noti, ribaditi sabato durante il primo corteo in città, ed espressi a ripetizione con slogan e volantini. In sintesi: il lavoro agricolo non è pagato a sufficienza, la speculazione incide parecchio, l’Europa ignora i problemi delle campagne. E poi aggiungiamoci la necessità di contenere la peste suina, e pure i cambiamenti climatici che non sono uno scherzo, checché se ne ne dica.
250 trattori ad Alessandria: "Prezzi bassi e politiche sbagliate"
Il collettivo degli Agricoltori Autonomi ha chiamato a raccolta centinaia di agricoltori, per una settimana di protesta
Le problematiche le sintetizza Gian Piero Ameglio, ora a capo degli Agricoltori Autonomi (perché così si chiamano), che agiscono staccati dalle organizzazioni agricole. Curioso il fatto che Ameglio è stato, per due mandati, presidente provinciale di una delle organizzazioni, la Cia.
Alle 16 del lunedì di manifestazione, Gabriele Ponzano, Marco Bruzzone, Elisabetta Merlin e Davide Bo incontrano il prefetto, Alessandra Vinciguerra. Le spiegano quel che lei immagina. Ma tant’è: se è lo Stato che deve provvedere, è al rappresentante dello Stato che bisogna rivolgersi.
Agricoltori Autonomi, il presidio
27 gennaio, inizia la protesta degli agricoltori di Alessandria
Mercoledì mattina si tornerà in strada. Altra manifestazione, stavolta coi trattori in tangenziale. L’impegno è di non creare troppi disagi, ma semplicemente di farsi notare ancora una volta. E chissà se basterà.