Marco Ladetto neo presidente della Fondazione Italiana Linfomi
Il professore: “La ricerca scientifica si fa insieme, come una grande orchestra in cui ciascuno strumento dà il massimo per creare una sinfonia di valore”
ALESSANDRIA – Marco Ladetto è il nuovo presidente della Fondazione Italiana Linfomi.
“Onorato per questo compito”
“Sono onorato di poter ricoprire questo incarico – ha detto Ladetto – e so che FIL saprà affrontare le sfide dei prossimi anni grazie ai suoi punti di forza: la competenza e la passione dei ricercatori, la qualità dello staff e la presenza di un gruppo di giovani leve che sta crescendo bene dentro la Fondazione e saprà dare continuità al progetto. La Fondazione è oggi un punto di riferimento in Italia per il trattamento dei linfomi e un’eccellenza del territorio alessandrino; dobbiamo continuare sulla strada intrapresa e lavorare per raggiungere obiettivi sempre più importanti in termini di ricerca e di ricaduta sulla pratica clinica dei pazienti con uno stile inclusivo, inteso come collaborazione tra i soci giovani e quelli più esperti, tra i centri più grandi e quelli più piccoli e tra la comunità di ematologi e oncologi e gli altri soggetti che prendono parte al processo di ricerca: pazienti, patologi, biologi, infermieri. La ricerca si fa insieme, come una grande orchestra, in cui ciascuno strumento può e deve dare il massimo affinché la sinfonia finale sia di grande valore”.
Chi è il prof. Ladetto
Tra i suoi principali campi d’interesse, sia a livello clinico sia scientifico, rientrano la diagnosi e il trattamento dei linfomi non Hodgkin, del linfoma di Hodgkin, della leucemia linfatica cronica, del mieloma multiplo e delle leucemie mieloidi.
Nel 1992 si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Torino e consegue, nel 1997, la Specializzazione in Ematologia presso il medesimo Ateneo. Successivamente, dal 1998 al 1999, ha effettuato la sua formazione presso il Dana Farber Cancer Institute, Harvard Medical School, Boston MA, USA.
Prima di diventare Direttore dell’Ematologia di Alessandria, dal 1999 al 2014, ha lavorato come Ricercatore e Dirigente Medico presso il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute dell’Università di Torino. Inoltre, è responsabile del “programma di trapianto di cellule staminali” presso l’Ospedale di Alessandria, del programma CAR-T e della Phase I Unit. Durante la sua carriera ha preso parte a numerosi progetti di ricerca, finanziati da enti pubblici e privati, e ha redatto le linee guida sul trattamento del linfoma per l’European Society of Medical Oncology (ESMO). Collabora con numerosi gruppi cooperativi italiani ed europei, è autore di oltre 120 pubblicazioni scientifiche su riviste indicizzate e revisore per conto di prestigiose riviste mediche internazionali.
I linfomi in Italia
In Italia, ogni 2 ore 1 persona si ammala di linfoma. Il linfoma è un tumore che prende origine dai linfociti (un tipo di globuli bianchi) presenti normalmente nel sangue e nei linfonodi che sono distribuiti in tutto il corpo lungo il percorso dei vasi linfatici. Per la prima volta questa malattia fu descritta nel 1832 dal dott. Hodgkin, da qui il nome delle categorie in cui i linfomi sono suddivisi: Hodgkin e non Hodgkin.
Dal 1975 ad oggi l’incidenza dei linfomi è purtroppo in costante aumento in entrambi i sessi. La malattia si presenta con una maggiore frequenza nei soggetti maschi e nella fascia di età 60-80 anni, ad eccezione del linfoma di Hodgkin che colpisce in prevalenza giovani tra i 15 e i 35 anni. Un dato positivo è però quello legato alla riduzione della mortalità, grazie ai progressi della ricerca scientifica. Proprio la ricerca è l’ambito di azione della Fondazione Italiana Linfomi (FIL), organizzazione senza scopo di lucro con sede legale e operativa ad Alessandria.
La FIL
FIL è la più importante organizzazione italiana per la ricerca sui linfomi, svolgendo una importante attività scientifica biologica, clinica e assistenziale.
Da sempre centro FIL, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria vanta un legame solido con la Fondazione, che si traduce in numerosi progetti di ricerca comuni in cui vengono coinvolti tanti pazienti. Questa collaborazione si è rafforzata ulteriormente in quanto il prof. Marco Ladetto, attuale direttore della Struttura Complessa a Direzione Universitaria S.C.D.U. Ematologia dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria e professore associato presso il Dipartimento di Medicina Traslazionale dell’Università del Piemonte Orientale, dal 1° gennaio è il nuovo presidente della FIL.
Il lavoro della FIL
La Fondazione Italiana Linfomi coinvolge ogni anno circa 1000 pazienti nei suoi studi; dall’inizio dell’attività nel 2010, ad oggi, ha svolto un centinaio di progetti di ricerca e pubblicato altrettanti articoli su riviste internazionali.
L’attività scientifica della Fondazione nasce all’interno delle Commissioni in cui è articolata. Queste hanno il compito di studiare e valutare le proposte di ricerca avanzate da medici e ricercatori provenienti dai centri collocati sul territorio nazionale o frutto di collaborazioni con gruppi di ricerca internazionale. Le Commissioni sono suddivise per tipologia di linfoma studiato o per attività.
Dal 2016 è attivo il Gruppo pazienti, nato grazie alla collaborazione di AIL (Associazione Italiana Lotta alle Leucemie, Linfomi e Mielomi). Il gruppo garantisce il mutuo aiuto tra pazienti e le sue attività sono volte a diffondere la conoscenza dei linfomi presso la popolazione, incoraggiare la ricerca in questo campo, aggiornare i pazienti sulle innovazioni terapeutiche e promuovere iniziative sociali.
La Fondazione collabora, inoltre, con diverse associazioni, enti e istituzioni nazionali e internazionali e con il mondo universitario, in particolare con l’Università del Piemonte Orientale per la gestione dei dati dei protocolli clinici e con l’Università di Udine per incentivare la formazione di giovani ricercatori.
Infine, FIL ha anche un gruppo di volontari, i FIL Friends: sono ex pazienti, familiari di ex pazienti, cittadini interessati al tema della ricerca scientifica, provenienti da tutta Italia, che partecipano alle attività di promozione e raccolta fondi della Fondazione.