Lavagno tuona dopo la fumata nera dell’acqua: «Ve l’avevo detto!»
Lunedì a Vercelli Egato2 (autorità d'ambito che copre anche Casalese e Valenzano) non è riuscita ad accordarsi sul metodo di affidamento del servizio idrico per i prossimi anni
CASALE – Lunedì a Vercelli è arrivata la fumata nera per quanto riguarda la scelta, da parte di Egato2 (autorità d’ambito che copre anche Casalese e Valenzano), del metodo di affidamento del servizio idrico per i prossimi anni.
Non si è raggiunto il 75% richiesto per una delle tre scelte. Ora la “palla” passa perciò alla Regione Piemonte, che commissarierà l’Ente e dovrà decidere per lui.
Fabio Lavagno, consigliere comunale di Casale, da parecchio tempo aveva provato stimolare il parlamentino casalese (e in particolare amministrazione e forze di maggioranza) sull’argomento. Ora, dopo l’epilogo di lunedì, il suo commento potrebbe quasi essere riassunto con un «Ve l’avevo detto!».
«Incapacità della politica»
«Non ci volevano particolari poteri divinatori per intuire quello che sarebbe accaduto nella conferenza dell’Egato2 di lunedì scorso a Vercelli chiamata, per la seconda volta in due settimane, a decidere sulla scelta del modello di servizio idrico – spiega – Un nulla di fatto che era facilmente profetizzabile da mesi. Mesi nei quali, quasi in completa solitudine e nel più completo silenzio dell’Amministrazione, chiedo quali siano le intenzioni rispetto al mantenimento della gestione pubblica del servizio idrico e della difesa delle aziende partecipate, proponendo anche soluzioni che restano inascoltate».
«Mesi e mesi persi ad inventare consorzi fittizi, ma ben vestiti di cariche, o ad immaginare di dividere i vercellesi buoni dai vercellesi cattivi, portando da 6 a 7 gli ambiti di governo della Regione, anziché nella ricerca di una soluzione praticabile – prosegue il consigliere – E ora? Nulla di nulla se non un piano inclinato che porta al commissariamento dell’ente che sul piano simbolico rappresenta plasticamente l’incapacità della politica ad assumere scelte per beni essenziali e per la salvaguardia delle proprie aziende che sono patrimonio del cittadini in una totale afasia progettuale».
La stoccata a Trino
Lavagno stuzzica anche sul tema del Deposito Nazionale dei Rifiuti Nucleari: «Non si è raggiunta la quota delle quote necessarie per prendere qualsiasi decisione anche grazie all’astensione, non determinante, ma emblematica, del sindaco di Trino (Daniele Pane ndr), bravo e svelto a candidare il suo comune, e quindi il Monferrato, come pattumiera nucleare d’Italia, ma timido e tentennante su un tema come l’acqua pubblica».
La destra? «Come Re Mida al contrario»
«E ora? Nulla anche sul piano degli investimenti che i gestori potranno o dovrebbero fare sui propri territori, perché non approvando il piano d’ambito anche gli investimenti saranno fermi. E ora? Aspettiamo il Commissario, che, a sua volta aspetterà, verosimilmente l’esito delle elezioni regionali, visto che sarà proprio la Regione Piemonte a doverlo nominare. E noi ora? Leoni da tastiera nei proclami “siamo per l’acqua pubblica” oppure “difendiamo le nostre aziende”, ma cosa aspettiamo ancora per fare una proposta decente? Alle dichiarazioni dovrebbero seguire azioni concreti, altrimenti le dichiarazioni presto o tardi si trasformeranno in balle».
«Dopo aver sbagliato tutto quello che c’era da sbagliare nella gestione del gas, la destra di governo, come un re Mida al contrario, vuole davvero con la sua ignavia trasformare in deserto tutta la storia dell’industria comunale casalese?».