Il Giorno del Ricordo anche quest’anno a Casale sarà divisivo
Il sindaco Federico Riboldi accusa alcuni esponenti del Comitato Unitario Antifascista: sfumata l'ipotesi di un'organizzazione congiunta della celebrazione
CASALE – Fumata nera dall’incontro tra il sindaco di Casale Federico Riboldi e il Comitato Unitario Antifascista. L’obiettivo era organizzare congiuntamente il Giorno del Ricordo, dopo le divisioni e le polemiche degli scorsi anni.
Il Giorno del Ricordo. Solennità da vent’anni
Il Giorno del Ricordo, citiamo la definizione di Wikipedia, «è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno, che ricorda i massacri delle foibe e l’esodo giuliano dalmata. Istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, vuole “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”».
Al confine orientale fu pulizia etnica?
Così spiega il primo cittadino: «Oggi pomeriggio ho accettato volentieri l’invito del Comitato Unitario Antifascista a partecipare ad una riunione per l’organizzazione del Giorno del Ricordo, giornata istituita da una legge dello Stato vent’anni fa, che ci consente una riflessione sulla pulizia etnica a danno degli italiani del confine orientale e sul loro conseguente esodo che ha riguardato 350.000 persone alla fine della seconda guerra mondiale».
Il sindaco indugia sulla definizione di pulizia etnica, uno dei motivi “del contendere” tra le opposte fazioni di monferrini per la definizione della tragica vicenda: «Gli autori della pulizia etnica e della cacciata degli italiani dalle loro case furono i partigiani comunisti slavi, in diverse occasioni fiancheggiati da partigiani comunisti italiani, che non esitarono a massacrare altri partigiani non comunisti per poter compiere la slavizzazione delle terre italiane di confine, come accadde ad esempio alla Malga di Porzus dove caddero celebri partigiani come lo zio del cantautore De Gregori e il fratello del regista Pasolini. Sulle delicate vicende che contraddistinsero quel periodo, storici di ogni parte politica hanno fatto chiarezza, a partire da Gianni Oliva, un piemontese militante della sinistra e già assessore regionale per le giunte di centro sinistra, che ha svolto con le associazioni di esuli un grande lavoro di riconoscimento storico della tragedia, insabbiata in Italia per almeno sessant’anni».
Riboldi: «Cieca ideologia»
«Quest’anno, il Comitato Unitario Antifascista ha proposto di collaborare nell’organizzazione e, preso atto del fatto che le proposte di alcuni componenti, sottolineo di alcuni (evidentemente non del presidente, Fiorenzo Pivetta, esponente della maggioranza e presidente del consiglio comunale ndr), navigano in direzione contraria rispetto al giusto riconoscimento che le associazioni degli esuli hanno ottenuto in questi decenni di lotte, si procederà con la tradizionale organizzazione della manifestazione. Che la parola di chi ha subito in prima persona la tragedia, donne e uomini che si sono riuniti in associazioni riconosciute e operanti da decenni sul territorio nazionale e non singoli battitori contestati unanimemente dalle stesse associazioni, possa essere confutata da chi per cieca ideologia tende a giustificare una parte politica, quasi a voler minimizzare chi si è macchiato le mani di episodi così afferrati, è inaccettabile e fino a quando la nostra amministrazione sarà in carica non accadrà, in forma ufficiale, nella Città di Casale Monferrato» conclude il sindaco di Casale Monferrato, Federico Riboldi.