Gad Lerner celebra la Banda Tom e punge il sindaco Riboldi
«Fu il peggior delitto di questa città» ha spiegato l'oratore dopo aver ironizzato sull'assenza (per indisposizione) del primo cittadino
CASALE – Casale Monferrato oggi ha commemorato il sacrificio del partigiani della Banda Tom, a pochi giorni dal 79° anniversario del loro massacro per mano nazifascista.
Lo ha fatto con il tradizionale corteo dal Comune con la Filarmonica di Occimiano, i gonfaloni, le autorità civili e militari e i sindaci in fascia tricolore, con la messa in Cattedrale di don Mancinelli, con gli interventi a teatro e poi, come da consuetudine, con la deposizione delle corone d’alloro alla Cittadella, luogo dell’esecuzione dei Tredici.
Fulcro della cerimonia è stato però, prima della solenne conclusione, la parte al Municipale, con l’orazione del giornalista e saggista Gad Lerner, monferrino d’adozione, che durante il suo intervento non ha risparmiato alcune frecciate al primo cittadino, Federico Riboldi, assente per influenza.
La stretta di mano tra Gad Lerner e Giorgio Demezzi
Proprio la malattia del sindaco, già assente anche alla commemorazione dell’anno scorso, è stata protagonista di numerosi tra i passaggi di Lerner che, prima dell’inizio degli interventi, è andato a cercare – per dagli la mano in un gesto distensivo di antiche tensioni – l’ex sindaco Giorgio Demezzi, “protagonista” quasi 13 anni fa di una puntata dell’Infedele su La7, con diretta dal Tartara sulle vicende dell’Eternit, all’epoca di quella che venne definita l’offerta del diavolo.
Lerner: «La memoria è scomoda»
«Dovevo essere qui due anni fa, ma presi il Covid – ha spiegato Lerner raccogliendo un primo applauso dalla platea gremita del teatro – Auguri a chi ha avuto un’indisposizione per due anni di fila, la memoria è scomoda» la frecciata al sindaco.
«Quello della Banda Tom è stato un delitto efferato, il peggior delitto di questa città. La Banda Tom è una religione civile che ci unisce – ha continuato – Se fosse qui con noi Elio Carmi sarebbe il primo a dire che non si può separare la sorte degli ebrei deportati da quella dei partigiani. Si farà fatica quest’anno nella Giornata della Memoria a parlare di Auschwitz senza parlare di quello che accade a Gaza e Israele. Dovremo farci i conti. E se quanto accadde lo scorso 7 ottobre è stato una Marzabotto, quello che succede da tre mesi di crimini mi ricorda quanto accadde a Dresda. Oggi ci sono molti tentativi di rivisitazione di comodo della storia, eppure la dittatura sarebbe potuta durare anche dopo la fine della guerra mondiale, la democrazia l’hanno costruita con la loro vita le forze antifasciste italiane» è andato avanti l’oratore raccogliendo un nuovo applauso.
«La storia richiede fatica. Si continua a chiedere ad alcuni esponenti del Governo di professarsi antifascisti, ma perchè vogliamo che ci venga risposta una bugia? – ha incalzato Lerner durante la sua orazione – Troppo comodo limitarsi alla condanna delle leggi razziali, lo dico io che sono ebreo!».
Capra: «Dopo la via crucis della Banda Tom la città cambiò»
Il primo a prendere la parola al Municipale era stato il vicesindaco Emanuele Capra, leggendo un passaggio di Ma l’amore no di Giampaolo Pansa, sicuramente ispirato alla tragica vicenda della Banda Tom: «Dopo la via crucis dei ribelli la città non fu più la stessa, prese coscienza dell’orrore della guerra, è importante celebrare per ricordare i caduti e per mantenere vivo il loro messaggio».
Dopo di lui, a nome dell’Anpi di Casale, Carla Gagliardini ha messo al centro del suo discorso i valori della Costituzione, senza risparmiare critiche al Governo per la riforma dell’Autonomia Differenziata e per quanto accaduto con i saluti romani in occasione della recente commemorazione della strage di Acca Larenzia. «Quei giovani trucidati hanno contribuito a scrivere la Costituzione – ha spiegato a proposito della Banda Tom – Siamo qui come cittadini che intendono difendere la Costituzione Italiana Antifascista».
Ha quindi preso la parola il giovane Edoardo Marino, studente della V A indirizzo grafica del Leardi, che ha presentato la graphic novel realizzata con i suoi compagni sulle vicende della Resistenza in Monferrato.
A concludere gli interventi, prima del trasferimento in Cittadella, dove un flash mob ha ricordato i tanti conflitti attualmente in corso nel mondo, quello di Fiorenzo Pivetta, presidente del Comitato Unitario Antifascista e del Consiglio Comunale: «Non c’è sacrificio più grande che dare la vita per l’opera di un altro».