Inchiesta Solvay: richiesta di rinvio a giudizio e il lavoro del Noe
ALESSANDRIA - La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria ha notificato la chiusura delle indagini preliminari e la richiesta…
ALESSANDRIA – Inchiesta Solvay: fissata la data dell’udienza preliminare. Il 4 marzo il caso verrà esaminato davanti al Gup Andrea Perelli. Le accuse di disastro ambientale colposo nei confronti di due dirigenti dell’azienda sono mosse dalla Procura alessandrina, nelle persone del procuratore capo Enrico Cieri e della sostituta Eleonora Guerra. Per i magistrati si tratterebbe di omissioni colpose che avrebbero aggravato una già sensibile situazione ambientale. Fatti contestati a partire dal dicembre 2015.
Nel capo di imputazione compare anche la multinazionale belga per un’ipotesi di responsabilità amministrativa “commessa a vantaggio e nell’interesse dell’ente per il risparmio dei costi di bonifica e la maggiore efficacia della produzione industriale”.
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Cinquantasette gli spinettesi ritenuti parti offese e il WWF (tutti rappresentati dagli avvocati Vittorio Spallasso e Laura Pianezza), il Ministero dell’Ambiente, la Regione Piemonte, l’Anpana, Legambiente circolo Ovadese -Valle Orba e Stura.
La Procura aveva chiuso l’inchiesta contro il polo chimico di Spinetta Marengo contestando a Stefano Bigini, 62 anni (dal 2008 e fino al dicembre 2018 direttore di stabilimento), e ad Andrea Diotto, 47 anni (dal 1° gennaio 2013 direttore dell’Unità di produzione fluidi e dal 1° settembre 2018 direttore di stabilimento fino all’ottobre 2023), un’ipotesi di disastro ambientale colposo.
I due direttori di Solvay di Spinetta Marengo – sito sottoposto a bonifica per l’inquinamento pregresso – per la pubblica accusa avrebbero omesso di provvedere al più efficace risanamento della pregressa contaminazione del sito e al più sicuro contenimento del rilascio dei contaminanti sia nella falda sotto lo stabilimento che a valle. Avrebbero poi continuato a inquinare il terreno e le acque di falda dove, fin dal marzo 2019, i monitoraggi di Arpa avrebbero appurato la costante presenza di inquinanti riferibili alle produzioni di Solvay (si parla di Pfas tra i quali il cC6O4).
Situazione che indicherebbe la mancata integrale tenuta delle tubature interne, oggetto di un processo di revisione e controllo potenziato solo dopo la determinazione dirigenziale del Comune di Alessandria del 4 marzo 2021.
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Nel lungo avviso della conclusione delle indagini preliminari, viene esaminata la tenuta della barriera idraulica avviata nel 2007 e implementata successivamente (a più riprese): sembra si sia dimostrata inefficace già nel marzo 2014 e, comunque nel dicembre 2019 quando si riscontrarono innalzamenti della falda. Un fatto che sembra abbia determinato la parziale fuoriuscita dei contaminanti storici come il cromo esavalente. Fuoriuscita, quest’ultima, indicata dalla presenza di cC6O4 all’esterno dello stabilimento (e con lo stesso cC6O4 vennero rilevati anche ADV e PFOA).
Solvay: cambio al vertice del polo chimico
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Per l’accusa, avrebbero omesso di contenere e prevenire il trascinamento e il dilavamento dei materiali di scarto del processo produttivo, contenenti Pfas, e movimentati all’aperto, in particolare fanghi e gessi, infiltrati nel terreno per la loro inidonea conservazione nelle cosiddette discariche gessi (prive di idonea copertura superficiale contro gli agenti atmosferici) e nelle zone di prossimità delle stesse, aree non pavimentate, esposte agli agenti atmosferici e non destinate a periodici interventi di pulizia.
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Per l’aria, in ambiente esterno – secondo le accuse – il campionamento di Arpa (relativo a 20 punti di cui 15 distribuiti nell’abitato di Spinetta Marengo, 4 punti all’interno del perimetro dello stabilimento Solvay ed un punto di misura non esposto, in Alessandria, quale valore di confronto) ha rilevato la presenza pressoché ubiquitaria di cloroformio e tetracloruro di carbonio, la presenza in quantità prossime al limite di quantificazione di Tetracloroetilene (in particolare nei punti esterno allo stabilimento).
Non solo. All’interno delle abitazioni in corrispondenza delle maggiori concentrazioni in falda dei principali organici volatili a base di Cloro e Fluoro, i monitoraggi di Arpa hanno rilevato al presenza di Cloroformio, Tetracloruro di Carbonio, Tetracloroetilene, Tricoloroetilene.