EcoSentieri: omaggio a Gagliaudo, l’eroe prediletto
La diciottesima puntata della serie dedicata a Umberto Eco e realizzata da Brunello Vescovi
“A Gagliaudo Aulari, che ci ha insegnato come si possa risolvere un conflitto senza uccidere alcun essere umano. Se il mondo lo ha dimenticato, ricordiamolo noi”.
La frase di Umberto Eco è incisa sul retro di una statua in piazza Giovanni XXIII – autore il fiorentino Sandro Chia – dove ad Alessandria si trova la cattedrale. Gagliaudo è l’astuto contadino e pastore a cui tradizionalmente è attribuito il salvataggio di Alessandria dall’assedio di Federico Barbarossa, nel 1175.
Si racconta che, con la città stremata dall’assedio delle truppe di Federico Barbarossa e quasi pronta alla resa, Gagliaudo se ne uscì coraggiosamente dalle mura con la sua vacca dopo averla rimpinzata con il grano rimasto. Fermato dai soldati, fu interrogato dall’imperatore, meravigliato del fatto che lo stomaco dell’animale – come gli avevano appena riferito i soldati – fosse pieno di grano. E la spiegazione che Gagliaudo diede, bluffando, fu che i concittadini non erano preoccupati, ma che avrebbero potuto resistere per chissà quanto tempo ancora. Con il risultato di far battere in ritirata gli aggressori.
Quando ricevette la massima onorificenza cittadina, il Gran Gagliaudo d’Oro, Eco si dichiarò onorato dell’accostamento al furbo contadino e disse che in quel momento ci sarebbe voluto proprio uno come Gagliaudo – erano i tempi della guerra in Iraq – per far tacere le armi senza altri spargimenti di sangue.
L’autore
Brunello Vescovi, giornalista, per trent’anni si è occupato di cultura e spettacolo alla redazione de La Stampa di Alessandria. Ama il teatro, le partite dell’Inter e i film di Woody Allen. L’idea di un podcast su Umberto Eco è nata in lui con con un obiettivo: svelare – anche dando voce ad altri – una serie di aspetti poco conosciuti della vita del Professore. In particolare i legami con la città natale, mai ostentati – con spirito squisitamente alessandrino – ma dimostrati nei fatti, anche attraverso le citazioni, a volte vaghe, a volte evidenti, che si ritrovano nelle pagine dei suoi romanzi. E raccontare l’importanza degli anni trascorsi al liceo Plana, dove fu studente vivace e ideatore di tante iniziative: oggi quella scuola porta il suo nome e i familiari sono convinti che non gli dispiacerebbe affatto.