Ato2: fumata grigia per la scelta del futuro del servizio idrico
VERCELLI - Fumata grigia oggi pomeriggio a Vercelli per la Conferenza d’Ambito dell’Ato2, che doveva decidere il futuro della gestione…
CASALE – Una lunga riflessione, che parte da Amc nel suo complesso per toccare, dopo il settore energetico, l’ancora più attuale futuro della gestione del servizio idrico. È quanto propone il consigliere comunale di Casale Fabio Lavagno (Pd). Di seguito in forma integrale.
Non è poi passato così tanto tempo da quando Amc era una gran bella società e, nonostante le sue modeste dimensioni, godeva di una reputazione invidiabile e di una attenzione considerevole anche da parte di società del settore utilities, molto più grandi ed importanti di lei.
La ragione è che Amc era una società efficiente e orgogliosa delle sue vocazioni e delle sue prestazioni: non registrava significative perdite di rete, grazie alle buone pratiche di sostituzione, non perdeva clienti, non registrava significative perdite su crediti e godeva di una invidiabile liquidità.
A guardare la fotografia di questi ultimi due anni tuttavia sembra passato un secolo. La sfida del gas pare drammaticamente persa. “Il metano ti dà una mano” ci ha regalato 40 anni di sviluppo, benefici ambientali e successi imprenditoriali invidiabili, ma ora anche la più pulita delle fonti fossili non ha superato l’esame dei cambiamenti climatici; condizioni tutte ormai più forti e globali rispetto alla nostra capacità di incidere.
Nel 2035 non sarà più possibile installare caldaie a metano; si sta trattando per un posticipo al 2040, ma cosa cambia? Quel che conta è che prima che scada un normale mutuo stipulato oggi, non sarà più possibile scaldarsi con il gas e noi arriviamo a questo appuntamento sfiancati dagli errori del management aziendale e dalla vuota presunzione degli amministratori delle nostre aziende. Ricordiamo la fidejussione dimenticata nel cassetto? O i nostri migliori clienti invitati a cercarsi un altro fornitore? E che dire della gestione degli insoluti Ginepro?
La sfida dell’acqua, l’altro ramo vitale delle gestioni Amc, invece è ancora di grandissima attualità e Amc e la sua controllata Am+, a differenza di tanti altri competitor del settore ha 3 grandi vantaggi: la disponibilità della materia prima (l’acqua) ancora per almeno 100 anni, non condizionata dalle vicende climatiche contingenti, lo stato di salute e di rinnovo delle reti e la presenza delle interconnessioni già realizzate e capaci di attingere a diversi sistemi di campi pozzi che attingono a diversi bacini di ricarica delle falde.
La sfida dell’acqua è scelta politica per eccellenza perché riguarda una gestione pubblica per vocazione, tratta un bene pubblico, il prezzo di vendita è amministrato e può non risentire dei capricci del mercato, basta che lo vogliamo (e che sappiamo cosa fare).
Ato2: fumata grigia per la scelta del futuro del servizio idrico
VERCELLI - Fumata grigia oggi pomeriggio a Vercelli per la Conferenza d’Ambito dell’Ato2, che doveva decidere il futuro della gestione…
Con il panettone, però, è scaduto anche l’affidamento del servizio idrico. Spesso il valore di un’azienda viene misurato anche dal “fattore tempo”. Il tempo ancora a disposizione ovvero la durata della concessione: al 31 dicembre 2023, cioè ieri, questo valore è pari a 0 e questo perché, con 4 anni a disposizione, dovevamo fare solo una cosa: capitalizzare l’aggregazione con Valenza e realizzare un’ulteriore aggregazione con almeno 1 altro gestore pubblico, in modo da realizzare la condizione di legge di avere almeno il 50% delle gestioni d’ambito in un unico soggetto.
Invece tra le 4 pubbliche si costituisce un Consorzio, una scatola vuota, (coordinamento, cooperazione, sinergie), ma ben vestita di cariche: presidente, consigli di amministrazione, amministratori delegati e direttori e, dove le quote delle singole società sono misurate non sulla base del valore e/o dell’efficienza societaria, ma unicamente sulla base del numero di abitanti serviti (serviti bene o serviti male, a quanto pare, non conta).
Così facendo, invece di aggregare tra le 5 società esistenti (secondo il principio del Gestore Unico d’Ambito), se ne costituisce una sesta e pazienza se c’è da pagare il prezzo di una svalutazione della partecipazione di Am+ dal 30 % al 13 %.
Per fortuna, anche le scelte politiche a volta soggiacciono al principio dell’accà nisciun è fesso, tanto da spingere un Ente solitamente misurato nei suoi pronunciamenti, come la Corte dei Conti, a definire “fattispecie eccentrica rispetto al modello prefigurato dal legislatore” la decisione del Comune di Casale Monferrato di procedere alla costituzione della società consortile. Fine della storia.
Siamo al 22 maggio 2023, c’è ancora tempo per una proposta seria. Invece, non contenti della figuraccia i nostri eroi, come sempre assistiti da uno stuolo di consulenti compiacenti, ci riprovano, questa volta attingendo ad un diverso principio: non sapendo, potendo, (o volendo) unire gestori che operano sotto un ente regolatore, provano a dividere l’ente regolatore: dividiamo l’EGA 2 Piemonte in 2 sub-ATO, uno che governa i gestori pubblici e uno che governa le gestioni miste. Un vero capolavoro.
Non racconto per misericordia i commenti a questa pensata da parte di gestori piemontesi pubblici di altri ambiti che invece le aggregazioni le hanno fatte ed ora godono di un affidamento trentennale.
Anche in questo caso il sogno dura poco: con nota del 21 novembre 2023 il Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente dimostra come la proposta dei 2 sub-ATO riesca nel capolavoro di violare contemporaneamente una legge dello Stato (nientemeno che il Codice dell’Ambiente, d.lgs. 152/2006) e una legge della Regione Piemonte (la mitica legge Galli, l. r. 13/1997).
Arrivati a questo punto corriamo seriamente il rischio di consegnare ai privati la gestione dell’acqua, bruciando 30 anni di buona gestione pubblica di un servizio nato proprio sul risanamento dell’acquedotto di Casale.
L’inerzia dimostrata dai nostri amministratori fino all’ultimo momento utile porterà, con ogni probabilità ad un commissariamento dell’EGATO2 Piemonte ed un commissario sarà ben poco incline alle fughe di fantasia dei nostri ma, legge alla mano, farà l’elenco delle alternative: fusione dei gestori esistenti, gara per l’affidamento, gara a doppio oggetto. Appunto.
Partecipare ad una gara per l’affidamento del servizio idrico con le truppe decimate dalla vicenda del gas (i nuovi valori patrimoniali veri della casa madre AMC) sarà un’impresa disperata. Forse quest’ultima sfida si vince mettendoci insieme a operatori con cui siamo già interconnessi, invece di cercare altri accomodamenti con operatori che attingono ancora a fonti di approvvigionamento superficiali e destinate all’esaurimento.
Avevo già sollevato questa opzione, naturalmente tra gli sbadigli dei nostri amministratori; mi permetto di insistere oggi, che le cartucce sono state tutte sparate a salve: chiediamo alla Regione Piemonte di uscire dall’ambito 2 e di entrare come territorio casalese – valenzano nell’ambito Piemonte 5 Astigiano. Le motivazioni sono solide e fondate: in primis le interconnessioni idriche esistenti (e già collaudate ai tempi dell’emergenza idrica) con il Ccam (Acquedotto del Monferrato) e da lì la facilità di una aggregazione anche societaria e non da ultimo, la possibilità da subito di usufruire di una scadenza della concessione di affidamento al 2030. Non è più il tempo delle dichiarazioni di intento o delle (fallite) sperimentazioni, nelle settimane prossime chiederò al Consiglio comunale di esprimersi con un voto su una mozione su questa proposta.