Il feretro di Silvio Berlusconi a Valenza per la cremazione scortato da una decina di auto
La salma del fondatore di Forza Italia è giunta al Tempio Panta Rei alle 11.24 accompagnata dalla compagna Marta Fascina,…
Fine anno, tempo di bilanci (si dice!), ma anche tempo di ripercorrere i fatti accaduti durante questo 2023, che sta per concludersi, e che non possiamo certo definire un anno “tranquillo”.
Testate giornalistiche locali, nazionali e internazionali, si stanno affrettando a stilare le loro top10 di notizie: le più tragiche, le più influenti, le più sensazionali, le più bizzarre, eccetera. E le più “pop”? Cioè, almeno apparentemente, quelle notizie che possono sembrare superficiali, o comunque lontane dalle vicende cruciali che hanno attraversato le cronache degli ultimi 12 mesi, ma che in realtà sono state capaci di suscitare discussioni, e talvolta polemiche, spesso scomodando anche la politica più tradizionale e quella governativa.
Ovviamente, come ormai consuetudine, anche il motore di ricerca Google ha pubblicato da qualche giorno i trend dell’anno, dove possono nascondersi spunti interessanti: le parole più googlate rappresentano ormai quasi un’attesa, così come i personaggi, i fatti, o gli interrogativi più ricercati sul web. Tra le “stringhe” che nel 2023 hanno fatto “tendenza” ce ne sono alcune molte serie e altrettanto attese, come “Hamas”, “Striscia di Gaza” e “patriarcato”, ma spiccano anche alcune ricerche apparentemente pop, ma dai risvolti decisamente politici: un esempio su tutti? Tra le parole in classifica al nono posto c’è “armocromista”. E ve lo ricordate perché siamo andati a cercarla? Era aprile e la “colpa” è tutta della Segretaria del Pd, Elly Schlein. Ma andiamo con ordine, e partiamo da gennaio!
A fine gennaio circola una singolare notizia che arriva dagli Stati Uniti e che, in Italia, non ha fatto poi discutere così tanto: le celeberrime mascotte colorate che pubblicizzano le caramelle M&M’s – che esistono dal 1954 – sono diventate le ultime vittime del “politicamente corretto”. Da mesi, la casa produttrice Mars Inc. stava introducendo un restyling nel look delle mascotte-caramella, al fine di rendere i loro “usi e costumi” maggiormente inclusivi e al passo con i tempi.
Da subito è stata, però avviata una pesante campagna denigratoria guidata dal conduttore di punta del network televisivo conservatore Fox News, Tucker Carlson, il quale si è lamentato dei cambiamenti apportati ai nuovi testimonial M&M’s. Lo scorso anno (a settembre), ad esempio, l’azienda aveva introdotto una nuova caramella di colore viola, doppiata dalla comica americana Amber Ruffin. Il messaggio usato nello spot di lancio era incentrato su “essere se stessi”. Così Carlson ha iniziato a “insultare” le varie mascotte: quella verde “forse è diventata lesbica” e quella viola (la nuova!) è “obesa”. Il 30 gennaio 2023 l’azienda ha deciso, dunque, di “sospendere” la diffusione e l’utilizzo della mascotte, ma l’intenzione non è stata certo quella di farle scomparire, ma solo di calmare le acque (e far discutere) sui “dolcetti che possono diventare troppo polarizzanti”.
Spostiamo lo sguardo su febbraio, torniamo in Italia, e finiamo inevitabilmente sul palco del teatro Ariston di Sanremo: sì sa, come da tradizione non c’è Festival che non porti con sé qualche polemica (geo)politica. Se già con qualche settimana di anticipo la discussione era stata concentrata sulla possibile partecipazione del presidente ucraino Zelensky, a scatenare la bufera “politica” sulla kermesse è stato il (non-programmato?) bacio tra Rosa Chemical e Fedez. E chissà che cosa succederà quest’anno?
A marzo torniamo a parlare di politically correct e cancel culture. A far discutere sono le riedizioni di vari classici della letteratura: dopo Roald Dahl, arriva l’annuncio che, tra gli altri, anche i gialli di Agatha Christie saranno riscritti e nuovamente pubblicati per “assecondare la sensibilità contemporanea ed eliminare frasi, riferimenti, battute poco adatte ai lettori di oggi”. Ad annunciarlo è stato The Telegraph, che ha spiegato le intenzioni della casa editrice Harper Collins. Vediamo chi saranno i prossimi autori a essere “riscritti”…
E arriviamo, finalmente, ad aprile, quando abbiamo iniziato a cercare su Google “che cosa vuol dire armocromia?”; “che cosa fa un armocromista?”; “quanto costa avere un armocromista?”. La ricerca è partita da un’intervista rilasciata dalla segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, dove ha raccontato di affidarsi, per la scelta degli abiti, alla consulenza di un’armocromista (che poi si è scoperto essere Enrica Chicchio). Ma, come ha ricordato Massimo Gramellini nel suo Il Caffè del 28 aprile (dove ha ammesso, pure lui, «fino a ieri ignoravo colpevolmente l’esistenza dell’armocromia»), quella non è stata mica un’intervista qualsiasi: mancano pochi giorni alla Festa dei Lavoratori e la segretaria Pd è protagonista di un’intervista proprio sulle pagine della prestigiosa rivista di moda Vogue, la prima lunga dichiarazione come segretaria democratica.
La discussione (e la polemica) sul ricorso a questa “nuova” figura professionale – e sul costo di simili consulenze – ha distratto per settimane il dibattito politico, soprattutto tra le forze di centro-destra; nemmeno il web, ovviamente, ne è stato immune: sui social sono diventati virali diversi meme a tema “armocromia”, spesso accompagnati da infelici battute sull’abbigliamento della Schlein. Tranquilli, però, se non avete ancora capito che cosa faccia l’armocromista, avrete modo di tornate “sul pezzo” quando a far parlare di sé sarà l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni.
Intanto siamo arrivati a maggio, precisamente al 6 maggio 2023, giorno della tanto attesa incoronazione di Re Carlo III. Eh sì, pare quasi impossibile da credere, ma anche il momento del (Principe) Carlo (e della Regina Camilla) è arrivato: era salito al trono l’8 settembre 2022, in seguito alla scomparsa della madre, la Regina Elisabetta II. Quasi inutile ricordare la longevità storica del regno di Elisabetta II, oltre che sottolineare come le vicende della famiglia reale rappresentino, soprattutto per i sudditi britannici, un gigantesco fenomeno di pop culture, anche se Re Carlo dovrà decisamente “accontentarsi” del titolo: difficilmente potrà aspirare alla popolarità raggiunta da chi lo ha preceduto, e ancora più difficilmente potrà arrivare a prendere un tea con l’Orsetto Paddington, come era accaduto a sua madre, in occasione delle celebrazioni per il Giubileo di Platino!
Giugno? Volete vedere che ce lo ricorderemo principalmente per la morte di Silvio Berlusconi? È il 12 giugno, sono le 9.30, e la notizia arriva ovviamente in diretta tv. Dopo giorni di ricovero all’Ospedale San Raffaele di Milano, il leader di Forza Italia – fondatore di Fininvest (nel 1975), e poi di Mediaset, per vent’anni presidente del Milan (per 31 proprietario)…ah sì, e anche quattro volte Presidente del Consiglio – non c’è più. E anche in questo caso, già di per sé, la notizia fa parte della cultura pop del nostro Paese: lui, il Cavaliere, ne ha fatto parte per oltre un ventennio come politico di governo (a più riprese) e ben di più come personaggio pubblico.
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Lui che tra i primi è stato studiato come il “politico pop” (e populista) – da sociologi e politologi come Marco Tarchi o Gianpietro Mazzoleni; quello più discusso, oltre che dalla politica “politicante”, dalle cronache (quelle rose e quelle giudiziarie). Al suo funerale gli occhi non potevano che restare puntati sulla sua ultima (quasi)moglie, Marta Fascina, che si è presentata mano nella mano con Marina Berlusconi, la figlia primogenita. Poi tutto si è spostato sul “dopo”. L’era “post-Berlusconi” è iniziata: la sua eredità – quella economica, quella imprenditoriale quella politica. E quella culturale? Che cosa ci ha lasciato Berlusconi, oltre al “berlusconismo” e alla ricerca di Google su che cosa significa “lutto nazionale” (anche questa nella classifica delle ricerche più gettonate dell’anno)?
A luglio il protagonista è stato il social Twitter: il 24 del mese è stato l’ultimo giorno in cui l’ormai iconico uccellino ha potuto cinguettare in pace, prima di essere definitivamente sostituito dalla nerissima lettera del nuovo “X”. Il passaggio non è stato certo vissuto solamente come una normale evoluzione del mondo digitale: la politica internazionale, così come la stampa, hanno discusso molto intorno a questo cambiamento. Discussioni tutt’ora in corso, perché a cambiare non è stato solamente il nome e alcuni dettagli della piattaforma. Prima tra tutte è cambiata la proprietà che ora fa capo all’imprenditore Elon Musk, che ha recentemente introdotto varie restrizioni che non sono piaciute, anche in Italia.
Ma a luglio non possiamo accontentarci solamente dell’addio a Twitter: dobbiamo per forza ricordarci del 20 luglio, giorno dell’uscita nelle sale italiane del film “Barbie”, mediaticamente il film dell’anno, quello più pop dell’ultimo periodo, eppure anche uno tra i più discussi, al di fuori del mondo del cinema, a cominciare dall’universo femminista, dividendo il mondo tra pro e contro Barbie. Sta di fatto che il fenomeno milionario ha colorato di rosa il mondo almeno per qualche mese: lo avete ordinato, vero, anche solo un cocktail a tema, durante tutta l’estate?!
“Barbie” di Greta Gerwig: contro estetica di un mito
«Lei può essere tutto ciò che vuole. Lui è solo Ken». (dal film “Barbie” di Greta Gerwig) Commedia fantasy, live…
Ad agosto il tema non può che essere quello delle vacanze. Quali? Quelle dei politici italiani: le cronache estive – in apparente mancanza di altri argomenti – si sono concentrate sulle mete turistiche scelte in particolare dagli esponenti della maggioranza di governo. “Vacanze sovraniste”, si sono affrettate a titolare alcune testate, sottolineando che i luoghi scelti sono stati tutti italiani: Giorgia Meloni in Salento; Matteo Salvini a Pinzolo, in Trentino; Fiuggi per il Ministro degli Esteri Antonio Tajani. E mentre il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti è stato “paparazzato” a pescare sul lago di Varese, e la ministra del Turismo Daniela Santanchè tra le sue residenze di Cortina e Forte dei Marmi.
E chi ha detto che non si possa parlare di geopolitica in riferimento al settore della moda (oltre che a quello della musica e dello spettacolo)? La diffusione mondiale del fenomeno k-pop ha, infatti, dato un’enorme spinta alla Korean Wave e alla sua estetica, che sta ridisegnando i confini dell’industria del lusso. L’industria della moda sta aprendo i suoi orizzonti ai mercati asiatici, interessandosi così a nuovi orizzonti culturali. I brand più noti della moda occidentale si sono fatti, così, ammaliare dalla crescita continua della cultura pop sudcoreana.
A settembre, ne sono state esempi la sfilata della collezione donna pre-fall 2023 di Nicholas Ghesquière per Louis Vuitton sull’iconico ponte Jamsugyo a Seul e la collezione Cruise Fall/Winter 2024 proposta da Gucci, e svoltasi nel cortile delle cerimonie del Palazzo Gyeongbokgung, location storica circondata dai grattaceli futuristi coreani. La casa di moda italiana ha proposto il cosiddetto K-style della cultura sudcoreana, creando un vero e proprio scambio tra epoche e tradizioni diverse.
Ottobre non può che rappresentare l’inizio della spooky season con l’attenzione focalizzata sull’ormai diffusissima Halloween, proveniente dalla tradizione anglosassone, ma spesso ricordata come la “festa delle polemiche”: ad Ercolano, i bambini che frequentano un oratorio sono stati invitati dal parroco a non organizzare feste di costume. Lo stesso sacerdote li ha ammoniti, proponendogli di vestirsi da Santi, celebrando così il santo patrono, oltre che il valore della festività di Ognissanti. Mentre una scuola privata di Padova è stata protagonista di un ben più grave episodio. Un alunno si è presentato a scuola travestito da nazista, con aquila e svastica in bella vista, scatenando l’indignazione della dirigenza e delle comunità ebraiche locali. Ad aumentare lo sgomento è stata la giuria interna di compagni di scuola, che lo ha addirittura premiato per “l’originalità del costume”.
Il 15 novembre, a Roma, è stata inaugurata la mostra dedicata a J.R.R. Tolkien, organizzata a cinquant’anni dalla morte. La ricorrenza è stata avviata con una preview riservata al Ministro Gennaro Sangiuliano e alla premier Meloni, facendo da subito diventare l’evento, un enorme caso politico: da decenni, ormai, l’autore del Signore degli Anelli, per tutti il padre del fantasy mondiale, resta “ostaggio” della cultura della destra italiana, come rievocazione dei campi Hobbit, le manifestazioni organizzate dal Fronte della Gioventù negli anni Settanta. E anche questa volta, l’esposizione – che il prossimo autunno dovrebbe essere ospitata anche a Torino, alla Reggia di Venaria – diventa un pretesto per avviare un caso mediatico e l’autore diventa stavolta il protagonista di quella che è stata definita come una “mostra di Governo”, fortemente voluta (e finanziata) dalla maggioranza.
Dai, siamo arrivati finalmente a dicembre. Se tra le polemiche natalizie abbiamo evitato di soffermarci sul caso Chiara Ferragni e del pandoro griffato, sanzionato dall’antitrust, non possiamo non citarlo tra notizie più controverse delle ultime settimane, che sono riuscite ad attirare l’attenzione tanto del mondo dello spettacolo, quanto di quello dell’economia digitale e della politica. Al di là dei fatti, ormai ben noti, come promesso vediamo che cosa c’entra l’armocromista di Eddy Schlein: Enrica Chiccio è, infatti, intervenuta per spiegare come è cambiata l’immagine pubblica di Chiara Ferragni, dopo lo scandalo, e quando è diventato inevitabile rompere il silenzio con i follower: l’hanno ribattezzata “l’armocromia del pentimento”, e si tratta di quel volto struccato e quel cardigan grigio, che sta a simulare il dispiacere per l’accaduto. Ancora troppo presto per valutare quali saranno le conseguenze economiche della crisi-Ferragni, ma certamente possiamo avere conferma che “anche i ricchi piangono” e come ha ricordato l’attore Alessandro Gassman che «la beneficenza non andrebbe pubblicizzata né dichiarata».
Ecco! Se non vi sono bastate le notizie citate per questo 2023, potete divertirvi a scovare altri risvolti pop tra le pagine di due nuove pubblicazioni di Treccani Libri, che vi lascio come consiglio di lettura: “Il libro dell’anno 2023”, per approfondire gli eventi salienti dell’anno che sta per concludersi, tra cultura, politica, economia e scienza; oppure “Un anno di storie 2023” Perché “un Paese è le storie che racconta” e in 365 giorni è capace di accumulare un enorme materiale narrativo, raccontato in maniera alternativa, per esplorare gli eventi accaduti da diversi punti di vista.
Per il 2024 avremo, invece, già una certezza: sarà l’anno delle elezioni. Secondo i dati pubblicati lo scorso 27 dicembre dall’ISPI, il prossimo anno saranno chiamate alle urne 4,2 miliardi di persone, più del 50 per cento della popolazione mondiale. Tra i Paesi coinvolti ci sono soprattutto territori europei e africani, ma anche 8 tra i 10 Paesi più popolosi al mondo: Bangladesh, Brasile, India, Indonesia, Messico, Pakistan, Russia e Stati Uniti. Oltre alle elezioni europee, l’attenzione internazionale sarà ovviamente concentrata sul voto solo “proceduralmente” democratico che si terrà in Russia, oltre che alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti (già ampiamente controverse per la vicenda della possibile ricandidatura di Donald Trump) e le elezioni a Taiwan, che si terranno già sabato 13 gennaio 2024 e che condizioneranno il futuro delle relazioni con la Cina (oltre che con gli stessi USA). Nei prossimi mesi saranno quindi moltissimi gli spunti che potranno arrivare dalla politica, quando notizie apparentemente “estranee” potrebbero andare a scontrarsi con il voto e con gli equilibri nazionali e internazionali.
Buon anno…e buon voto a tutte e a tutti!
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