Alessandria Calcio, 2023 con le porte girevoli
La salvezza ai playout, il cambio di proprietà e sette mesi di continui ribaltoni
ALESSANDRIA – Tre presidenti, sei allenatori, quattro direttori sportivi, due direttori generali, quattro team manager, quattro responsabili della comunicazione: il 2023 delle porte girevoli, all’Alessandria, sta per finire.
Un anno iniziato al penultimo posto e chiuso sul fondo, sempre serie C e sempre a faticare nelle zone basse. Sempre con la salvezza come obiettivo, che vale uno scudetto, perché da queste parti hanno già sperimentato quanto sia difficile uscire dalle categorie dilettantistiche, navigando in un mare in cui è più facile restare incagliati tra gli scogli e nelle acque torbide che veleggiare verso il largo.
Rebuffi, Lauro e i playout
L’anno solare inizia con Fabio Rebuffi su una panchina che sembra solida quando i Grigi battono, alla quarta giornata, la Carrarese in trasferta. Ma non è così, anche se il direttore sportivo Massimo Cerri aggiunge alcuni elementi che poi aiuteranno a centare la conferma in C, soprattutto Davide Lamesta. Il 14 febbraio la società esonera il mister, scelto dopo il ‘fuori tutti’ (quelli della retrocessione dalla B alla C) e alla prima esperienza con i grandi.
Per due giorni a dirigere gli allenamenti è Fulvio Fiorin, ‘prestato’ dalla Primavera, dove torna il 16, perché arriva Maurizio Lauro, che aveva salvato il Mantova subentando in corsa, affiancato da Carlo Mandola.
L’Alessandria mette una sola volta la testa fuori dai playout, ma senza consolidare la posizione: chiude quartultima, buttando via il quintultimo posto che, dopo la penalizzazione dell’Imolese, avrebbe garantito la salvezza senza spareggi, per il troppo distacco tra penultima e, appunto, quinultima.
C’è il San Donato Tavarnelle sulla strada. fondamentale il successo esterno in gara 1, 2-1, a segno Galeandro e Nichetti. Al ritorno i toscani di Buzzegoli sbloccano il punteggio, con Sepe (oggi in grigio), pareggia Speranza.
In tribuna ci sono i nuovi proprietari, Enea Benedetto e Alain Pedretti, a cui Luca Di Masi ha ceduto il 100 per cento delle quote. “Cederò solo a persone affidabili“, la promessa del 1° giugno 2022. I fatti diranno, fin da subito, che questo requisito non c’è.
Alessandria e il copatronage
Il giorno dopo, domenica 14 maggio, arrivata la nota che sancisce l’inizio di un inedito ‘copatronage’ italofrancese. Ma non la fine dell’affanno, caso mai l’inizio di nuovi, e più allarmanti, problemi, dalla liquidità alla fideiussione al mercato.
Alla conferenza stampa di presentazione c’è solo Benedetto, Pedretti non si palesa neppure in collegamento zoom. Il torinese, che opera nelle criptovalute, e che aveva, in precedenza, fallito gli assalti a Torino, Salenitana e Novara ha il 60 per cento, e si deve (anzi, dovrebbe) occupare della parte finanziaria, l’imprenditore franco-svizzero il 40, compotente per la parte sportiva.
Una suddivisione che, però, resta solo nelle parole, perché Benedetto si prende anche la responsabilità tecnica. Lauro preferisce scendere in D alla Sambenedettese, anche il ds Cerri lascia e i rapporti tra i due soci incominciano a vacillare.
C’è, poi, la ‘grana fideiussione’, che Pedretti, sollecitato dal sindaco Giorgio Abonante, contribuisce a risolvere. Rivendica per sé, però, quelle scelte ‘sportive’ che, nell’accordo originario, erano di sua competenza.
Sembra scoppiare la pace, Benedetto e Pedretti si incontrano in Costa Azzurra per annunciare Malu Mpasinkatu come direttore sportivo, mentre Umberto Quistelli è direttore tecnico. Il raduno è fissato per il 10 luglio, René Lobello, tecnico francese scelto da Pedretti, arriva in città qualche giorno prima. con lo staff. Ma i contratti non sono corretti e scoppia di nuovo la guerra: lunedì 9 l’imprenditore transalpino e i suoi uomini di campo caricano i bagagli e tornano a casa.
Fiorin, Quistelli e lo ‘strano’ mercato
Così, per il raduno si presenta un gruppo non ampio e qualcuno sicuro partente, in testa Palombi. Per qualche giorno dirige i lavori Andrea Servili, poi, l’11 luglio, Benedetto ‘firma’ Fulvio Fiorin, già alla guida della Primavera2 l’anno prima. Quasi ogni giorno ci sono nuovi giocatori, spesso in prova, che in categoria sono fuori luogo.
Il mercato lo fa Quistelli, perché con l’uscita di scena di Pedretti, anche Mpasinkatu esce dalla sede. Dove transitano anche emissari di possibili acquirenti, allontanati perché presunti coinvolti in fatti di cronaca. Entra, invece, stabilmente Rinaldo Zerbo, padre di Patrizio, giocatore contrattualizzato, il 10 agosto promosso direttore generale.
Anche l’Assocalciatori arriva alla Michelin, e non è la solita visita di cortesia precampionato come qualcuno vorrebbe far credere. Gli ultimi giorni di mercato sono frenetici, anche Cori e Checchi seguono Palombi e Lamesta che avevano già lasciato, dell’elenco di elementi indicati da Fiorin arriva solo Mastalli e non si ferma l’andirivieni di calciatori in prova, che salutano dopo un paio di settimane.
Allontanamenti, pugni e richiami
Non passa giorno in cui l’Alessandria non produca almeno un paio di comunicati. E di gruppi interessati, respinti però sulla base anche di una clausola, nell’atto di cessione, in cui Di Masi avrebbe imposto Benedetto fino a fine stagione. Respinti, a metà agosto, sia Ninni Corda, sia Nicola Di Matteo, con Michele Ciccone, questi ultimi seduti nelle poltrone bordocampo per il derby di esordio con il Novara.
Quella sera in tribuna centrale ci sono, per la prima volta, Andrea Molinaro e Giulio Maione, insieme all’imprenditore alessandrino Flavio Tonetto.
L’assemblea dei soci si fa, senza approvare il bilancio, ma tra Benedetto e Pedretti c’è uno scambio di complimenti, in realtà molto di facciata.
Il 13 viene allontanato Rinaldo Zerbo con un comunicato duro, il 18 in sede arrivano Carabinieri, Digos e ambulanza per una scazzottata in cui ad avere la peggio è il ds Umberto Quistelli. Che, però, viene sospeso con la motivazione, fra le altre, che si sarebbe “picchiato da solo”.
Dopo la sconfitta ad Arzignano, il 22 settembre è Fiorin ad essere allontanato: non esonero, ma dimissioni, che dovrebbero essere ‘incentivate’, ma nei giorni successivi l’ormai ex tecnico scopre che così non è.
Intanto “dopo ulteriori approfonditi accertamenti“, vengono reintegrati sia Zerbo, promosso direttore amministrativo, sia Quistelli.
Zaza e il primo Banchini
In panchina va Vitantonio Zaza, tecnico dell’Under 15. “Sono un aziendalista, faccio quello che la società chiede”. Soluzione a termine, con lui la prima vittoria della stagione, in Coppa Italia, primo turno con la Pergolettese, ma anche tre ko in campionato.
Ad assistere a quello con la Pro Sesto c’è Marco Banchini, e non è la prima volta che l’ex tecnico di Como e Vis Pesaro segue i Grigi sugli spalti. Due giorni prima della trasferta a Mantova, in programma il 7 ottobre, l’annuncio che è lui il nuovo mister dei Grigi, insieme a Jonathan Binotto, il contratto depositato circa un’ora prima del fischio d’inizio. “Sono qui perché voluto dalla parte francese della proprietà” la sua puntualizzzione
In tribuna, al ‘Martelli’, ci sono Zerbo e Benedetto. Che, però, il giorno dopo, incontra Andrea Molinaro e Giulio Maione, e l’avvocato Cesare Rossini, legale del club, e firma un compromesso per la cessione del suo 60 per cento, da perfezionare in un mese davanti al notaio.
Alla conferenza stampa gli acquirenti e Benedetto annunciano l’incarico di direttore dell’area tecnica affidato a Ninni Corda. Quistelli resta come ds, il segretario è Filippo Marra Cutrupi, già in sede per un paio di settimane a luglio, allontanato invece il team manager Stefano Vercellotti, sostituito da Jurgen Damoni. E fuori dalla sede, per la seconda volta, finisce Rinaldo Zerbo, che però, sostiene di avere anche lui un compromesso firmato con Benedetto.
11 punti, poi via Banchini. Tocca a Pirozzi
La squadra, intanto, riparte: tesserati Siafa e Foresta (e anche Gentile, che però ha problemi fisici), 11 punti che portano i Grigi a due sole lunghezze dalla zona salvezza.
Benedetto, però, decide l’allontanamento di Corda, per una vicenda appena agli inizi e lo fa senza informare i compratori. E Pedretti, per un paio di giorni, sembra voler tornare in campo da protagonista, rilevando tutte le quote.
Invece, il 18 novembre, poche ore prima della gara con la Giana, nello studio dei notai Luciano e Aldo Mariano, prima il francese cede il suo 40 a Benedetto, poi Alessandria 2023, la holding costituita grazie al lavoro di Rossini, con Verdeidea di Molinaro come socio unico, rileva il 100 per cento.
Benedetto resta presidente, con competenze molto limitate. Corda è subito reintegrato nell’area tecnica.
Ma il 22 novembre Banchini è esonerato, Simone Ciancio, il capitano messo fuori dal gruppo e, in panchina la scelta cade su Sergio Pirozzi, ex sindaco di Amatrice, un passato d allenatore in C2 una ventina di anni prima, dopo la fine del mandato da consigliere regionale in Lazio per qualche mese sulla panchina dell’Atletico Ancona, fino a fine ottobre.
Debutta nel derby con la Pro Vercelli, sconfitta meritata. “Avrei potuto seguire la gara dalla tribuna, invece sono andato in panchina, anche se la partita l’ha preparata lo staff”. Non certo un bel modo di presentarsi.
Intanto, grazie al lavoro del vicepresidente William Rubba, Ciancio, quattro giorni dopo, torna in gruppo a tempo pieno.
Il cda approva il bilancio, poi si dimette: è una operazione per far uscire definitivamente Benedetto che, nel frattempo, è inibito per tre settimane e la società è penalizzata di un punto per i mancati pagamenti di Irpef per la mensilità di giugno 2023.
Così Andrea Molinaro diventa presidente, Rubba vice, nel cda tre alessandrini, Marco Gatto, Luca Davini e Francesco Gambino. E Giulio Maione è direttore generale.
Cinque esoneri, un ritorno
Sul campo, però, i risultati non ci sono, involuzione, in cinque gare a gestione Pirozzi 2 pareggi e 3 sconfitte, un solo gol segnato, la decisione di mettere sul mercato, e quindi fuori dal gruppo, Nunzella, Nichetti e, di nuovo, Ciancio.
Il ko di Vicenza significa ultimo posto in solitaria: la sera del 22 dicembre Molinaro (che già ad ottobre aveva fatto tre bonifici per i pagamenti e che ha provveduto a rispettare le scadenze del 18 dicembre e molte altre incombenze economiche) decide che è il momento di dare una sterzata. Prima gli esoneri di Corda, di Pirozzi e del suo staff (Gentile, Gentili e Rodriguez), poi il ritorno di Banchini. Che comporta anche le valigie disfatte per i tre in uscita.
Ma anche l’obbligo di intervenite sul mercato, possibilmente prima del derby con il Novara, il 6 gennaio. Almeno tre innesti subito, ma ci saranno anche cinque o sei uscite (indiziati principali Ronci, Vaughn, Pagliuca, Volpe, Anatriello, Gjomemo). C’è da risolvere il problema del gol: i Grigi hanno il peggior attacco
Dal 2 gennaio allenamenti e trattative, affidate a Giorgio Danna, ingaggiato come ds un mese e mezzo fa. Ma anche in questi giorni i telefoni non smettono di squillare
Le porte gireranno ancora ma, si spera, per far entrare chi aiuterà a conquistare la salvezza.