Acqui – Genova: la protesta si trasforma in una lettera dei sindaci
Dito puntato sui disagi creati dai merci sulla linea
Presto un Ordine del giorno nei consigli comunali
OVADA – La Acqui – Genova è una linea sulla quale è diventato «troppo faticoso» viaggiare. C’è scritto questo nella lettera che i sindaci affacciati sulla tratta hanno firmato e inviato agli assessori ai Trasporti di Liguria e Piemonte per fare il punto sull’ultima settimana fatta di ritardi, disagi incomprensibili e cancellazioni. Un vero calvario per una tratta che nel 2023 ne ha viste di tutti i colori con un ulteriore scadimento della qualità del servizio testimoniata dagli indicatori messi in campo dalla Regione per monitorare l’andamento della situazione.
Senza soluzioni
La Acqui – Genova sconta da tempo scadenze strutturali sulle quali i lavori di manutenzione straordinaria avviati l’estate scorsa con i fondi sbloccati dal Pnrr non incideranno. Dito puntato, in questo caso, contro il frequente utilizzo della direttiva per il trasporti delle merci «Siamo convinti – si legge in un altro passaggio della lettera – che il trasporto delle merci su strada ferrata sia da sostenere. Ma nella misura in cui le tratte utilizzate lo possono sostenere». Gran parte dei problemi spesso nasce da mezzi in avaria fermi sulla linea anche negli orari di punta del pendolarismo.
Mossa istituzionale
La Acqui – Genova è una linea con una ridottissima presenza di interscambi tra le due direzione. La battaglia portata avanti dai pendolari per l’introduzione di punti a doppio binario ha ricevuto il “no” deciso da parte di Rete Ferroviaria Italiana. E così i tempi di percorrenza sono i più lunghi della Regione, in caso di problemi particolari le soluzione sono più difficili. «Le ripercussioni – fa notare Fabio Ottonello, presidente del Comitato Trasporti Valli Stura e Orba – sarebbero meno pesanti con più punti a doppio binario».
Argomenti che l’assessore ligure ai Trasporti, Augusto Sartori, ha ascoltato la primavera scorsa durante un viaggio sulla linea effettuato con i sindaci dei principali comuni. Quest’ultimi sostengono da anni le richieste dei pendolari. Ma a causa di un prolungato corto circuito istituzionale per ora non sono arrivati risultati. «Come sindaci della zona – si chiude la lettera – sarà nostra cura proporre un Ordine del giorno a sostegno di chi viaggia, al fine di ottenere risposte in termini di efficienza e normale funzionamento della linea».