Dessì è il primo campione italiano di paraboxe
L'allievo di Eugenio Dragone, della Boxe Alessandria, vince il tricolore a Chieti. Battuto Guzman
CHIETI – Se la paraboxe è disciplina ufficiale, se finalmente c’è un titolo italiano, se diventerà disciplina olimpica, il merito è, soprattutto, di due persone. Anzi tre: il maestro Eugenio Dragone, responsabile tecnico della Boxe Alessandria – La Tana del Dragone, Simone Dessì, il suo allievo, di Vignole Borbera, che sul ring ha costruito la sua rinascita, e William Rubba, presidente della società alessandrina, che in questa sfida ha sempre creduto.
Giusto, anzi giustissimo, che il primo tricolore della storia del pugilato in carrozzina lo conquisti Dessì, con Dragone all’angolo, e che il primo a festeggiare, al ritorno ritorno in città da Chieti, sia Rubba.
Tricolore sul ring di Chieti
Alla finale a Chieti, organizzata dalla Fight Clubbing di Andrea Sagi, con la collaborazione di Mariangela Verna della Federazione Pugilistica Italiana, qualificati Dessì e Lollo Spadafora, che, però, è stato costretto al forfait per un infortunio alle costole in allenamento.
Così, a contendersi il titolo, sono Dessì e Yelfry Guzman, pugile di casa, molto amato dal pubblico di Chieti per ls sua storia, su una carrozzina perché colpito in una sparatoria. Tre riprese di 1 minuto e mezzo, con uguale recupero. Nella prima i due contendenti si studiano, ma il ragazzo di Vignole è molto determinato e la superiorità tecnica, e il grande cuore, di Simone fanno la differenza e i giudici non hanno dubbi.
L’arbitro alza il braccio di Dessì. “Emozione enorme, per me, per lui, anche per Alessio Lo Russo, ex professionista e campione europeo, all’angolo degli con noi. Grazie a questa impresa la disabilità nello sport taglia un traguardo di valore eccezionale. La dimostrazione – sottolinea Dragone – di cosa si può conquistare con la voglia di riscatto per la difficoltà con cui la vita ci impone di confrontarci“.