Traffico di rifiuti nel 2015? Sei rinvii a giudizio
Per l'accusa l'immondizia fu trattata solo col cambio codice. Il caso davanti al Tribunale alessandrino nel 2024. Coinvolte Aral (che ha patteggiato) e altre società
ALESSANDRIA – Ci fu un traffico illecito di rifiuti che coinvolse persone e aziende della provincia alessandrina? Il caso era passato da Brescia a Torino per il troncone alessandrino dell’indagine.
L’avvocato Piero Monti che assiste Aral spa, con il consenso della Procura ha patteggiato una pena pecuniaria di 70 mila euro. Tutti gli altri, invece, hanno discusso l’udienza preliminare e ieri sono stati rinviati a giudizio: compariranno davanti al giudice Gianluigi Biasci il 10 ottobre 2024.
Un’indagine complessa
Gli alessandrini sotto indagine per fatti del 2015, e per cui ieri il Pm aveva il rinvio a giudizio sono Giuseppe Esposito, 64 anni, Cascinagrossa, e Massimo Cermelli, 63 anni, Novi Ligure, Loris Lessio, 54 anni, Casale (capo impianto), Francesco Giambrone, 59 anni, Novi Ligure, coordinatore operativo addetto al ricevimento dei rifiuti, oltre a Gian Pietro Ressia, 66 anni, Alessandria, e Fabio Ferrari, 60 anni, Litta Parodi, che effettuavano i trasporti. Per tutti, i difensori si erano battuti per una decisione di non luogo a procedere.
Tra i difensori, gli avvocati Tino Goglino, Giuseppe Cormaio, Alexia Cellerino, Roberto Lombardi e Lucio Parodi del foro di Alessandria.
La gestione dei rifiuti
La vicenda ruota intorno alla presunta gestione abusiva di ingenti quantità di rifiuti speciali non pericolosi che, secondo le accuse, venivano smaltiti senza essere sottoposti alle preventive attività di recupero e trattamento in impianti del Nord, tra cui le discariche di Castelceriolo e Solero, oltre che di Novi e Tortona gestite da Srt spa.
Le società che avevano vinto l’appalto per smaltire i rifiuti che richiedevano un certo tipo di lavorazione per essere ripuliti, di fatto – secondo l’accusa – erano sottoposti ad un semplice “giro-bolla”. In sostanza, i rifiuti entravano sui camion nelle aziende preposte per essere lavorati invece ci si limitava a cambiarne il codice senza alcun intervento specifico (risparmiando i costi di lavorazione).
Per la Procura, si trattava di un’attività preordinata e organizzata nel momento in cui si partecipava all’appalto con offerte troppo concorrenziali.
Parte dei rifiuti sotto analisi erano stati depositati nella discarica a cavallo tra Quargnento e Solero, i cui Comuni si sono costituiti parte civile con gli avvocati Giuseppe Lanzavecchia e Davide Daghino.
Nell’inchiesta erano finite Aral (rappresentata appunto dall’avvocato Piero Monti), Euroimpresa (dagli avvocati Goglino e Cellerino che si sono espressi per il non luogo a procedere) e Ressia Gian Pietro snc.