Il mondo del vino dice addio a Michele Chiarlo
Aveva 88 anni. Convinto sostenitore della tradizione vinicola piemontese
CALAMANDRANA – Il Piemonte dice addio a Michele Chiarlo, mancato a 88 anni nella sua abitazione di Calamandrana.
Produttore vinicolo, fondatore dell’azienda che porta il suo nome, è stato protagonista assoluto per la denominazione Nizza e ambasciatore della cultura enologica italiana, portando il Barolo, il Moscato e la Barbera d’Asti nel mondo.
Nato il 25 maggio 1935, ha dedicato la sua vita alla creazione di vini di qualità e alla valorizzazione del territorio. Figlio di viticoltori, dopo le scuole medie, riuscì a farsi iscrivere alla scuola enologica di Alba “a patto di essere sempre promosso”.
Gli inizi nel 1956
Nel 1956, a soli 23 anni, decise di iniziare la sua carriera di imprenditore vitivinicolo, avviando con la sorella un’attività di imbottigliamento e contemporaneamente iniziando a occuparsi della cascina e dei vigneti di famiglia.
Convinto sostenitore della tradizione vinicola piemontese, l’aspirazione all’eccellenza lo portò ad una minuziosa opera di selezione e acquisizione dei più vocati appezzamenti di Langhe, Monferrato e Gavi.
Fautore e primo presidente dell’Associazione dei Produttori del Nizza Docg, a partire dalla metà degli anni ’60 è tra i primi produttori piemontesi a credere nel successo del vino italiano all’estero. Battendo instancabilmente i mercati del Nord Europa e quelli americani, guadagnando la fiducia degli importatori e dei consumatori in tutto il mondo.
Nella sua carriera di imprenditore, durante gli anni ’80 ha ricoperto anche il ruolo di presidente del Consorzio della Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, oltre ad essere stato tra i fondatori storici del Consorzio Grandi Vini. Che fu la prima associazione sovraregionale di produttori vitivinicoli nata per favorire l’esportazione dei vini italiani di qualità. Guidò pure l’Istituto Grandi Marchi, per la promozione della cultura e la tradizione del vino italiano all’estero.
La famiglia
Chiarlo lascia la moglie Giuseppina e i figli Alberto e Stefano. Da anni entrati in azienda a fianco del padre.
La famiglia Chiarlo “ringrazia tutti coloro che hanno condiviso con Michele questa straordinaria avventura, con la gentile richiesta di non donare fiori ma un’opera di bene alla Fondazione Airc per la Ricerca sul Cancro”.