Pfas nell’acqua: sul geoportale l’Arpa “dimentica” i pozzi di Spinetta
L’Agenzia pubblica i dati regionali, senza i riferimenti all’area del polo chimico: «Quelle aree già sottoposte a controlli specifici. Non fanno parte della rete»
ALESSANDRIA – C’è un portale sul sito dell’Arpa Piemonte dedicato al monitoraggio dei Pfas condotto sulle acque superficiali e sotterranee. Nella sezione “Monitoraggio dal 2021” sono stati pubblicati i risultati delle analisi condotte da Arpa Piemonte a partire dal 2021. Un lavoro certosino e consultabile praticamente per tutto il Piemonte, con un’unica nota che a noi risulta stonata: su quella cartina c’è un vuoto, nella zona di Spinetta Marengo, sede di un polo chimico e area «particolarmente contaminata» come specificato da Arpa, non ci sono punti a disposizione dei cittadini. Perché? Con che criterio sono stati scelti i dati da rendere pubblici? Chi ha stabilito cosa inserire?
Arpa spiega
Arpa Piemonte su nostra sollecitazione spiega come «su quel portale siano presenti i punti di monitoraggio della rete regionale delle acque superficiali e sotterranee» mentre quelli di cui chiediamo conto «non fanno parte di quella rete ma di controlli specifici già oggetto di relazioni e quindi non inseriti sul geoportale».
Sull’onda di questa giustificazione, quindi, nella cartina sono stati esclusi i dati della rete monitorata ad esempio per la bonifica e per il controllo dell’area di Spinetta. Inseriti o meno in quella specifica rete, visto che Arpa effettua controlli puntuali servendosi di pozzi distribuiti anche nell’area a ridosso del polo chimico, perché non renderli accessibili come gli altri visto che si tratta di dati ambientali pubblici? E ancora, perché si parte solo dal 2021?
Pfas, il triangolo della Regione
Da oggi inseriamo il “Monitoraggio 2021” qui, sul nostro sito, in modo tale che il lettore possa accedere a quelle decine di triangoli azzurri, e cliccando all’interno di ognuno di loro possa personalmente verificare quante misurazioni sono state eseguite da Arpa, dove, se siano stati trovati Pfas e, se sì, quante volte.
Facciamo un esempio: proviamo a cliccare sul triangolo del Palazzo della Regione (a Torino) e notiamo che i Pfas sono stati cercati e trovati. Come anche a Montecastello, Comune che si trova lungo il fiume Tanaro.
Bene. A Spinetta, invece, nel luogo dove da decine di anni sorge il polo chimico, zero pozzi consultabili nonostante sia in corso una bonifica ambientale per l’inquinamento pregresso (interna allo stabilimento e attualmente non per i Pfas) e Arpa stessa abbia individuato l’area intorno al polo chimico come «particolarmente contaminata».
Quando parliamo di rete regionale, ci riferiamo, ad esempio, a pozzi dell’acquedotto che confluiscono poi in rete oppure a pozzi di privati che chiedono analisi sulla potabilità delle acque: quei punti sono una risorsa perché vengono utilizzati da Arpa per monitorare l’interno della falda.
L’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente ha avviato l’attività analitica nel 2009 monitorando la diffusione dei Pfas nei corpi idrici regionali; l’attività, si legge sul loro report, si è sviluppata negli anni andando ad indagare altre matrici e ampliando il numero delle sostanze ricercate.
Nell’ambito di questo lavoro è stata «presto riscontrata la presenza di diverse sostanze Pfas ed è stata individuata una zona particolarmente contaminata a causa di un inquinamento puntuale storico e tuttora attivo, intorno al polo chimico di Spinetta Marengo dove vengono prodotte tali sostanze».
I Pfas e la catena alimentare
Cosa sono i Pfas? Le sostanze poli e perfluoroalchiliche sono un ampio gruppo di sostanze di sintesi di largo impiego nei più disparati prodotti, hanno la caratteristica di essere estremamente stabili e persistenti.
Per alcuni (pericolosi per la salute) è stata dimostrata la capacità di accumularsi nell’ambiente e negli organismi, compresi gli esseri umani. Per altri sono ancora in corso valutazioni.
In generale, date le loro caratteristiche, la concentrazione di Pfas aumenta man mano che si sale lungo la catena alimentare, attraverso il meccanismo detto di bioamplificazione.
Infatti, si legge sul geoportale di Arpa, considerando che l’esposizione dell’uomo avviene principalmente per via alimentare, per inalazione e per ingestione di polveri, nel momento in cui queste sostanze contaminano l’acqua, entrano nella catena alimentare attraverso il suolo, la vegetazione, le coltivazioni, gli animali e quindi gli alimenti.
«I monitoraggi ambientali hanno evidenziato la presenza di Pfoa e cC6O4 e Adv, in alcuni corpi idrici sotterranei non utilizzati per l’acqua potabile, specificamente nell’area di Spinetta Marengo – scrive l’Agenzia – Per quanto riguarda l’acqua per consumo umano, sia sull’acqua della rete sia nei pozzi di prelievo, i risultati sono inferiori ai limiti di rilevabilità».
Fonti di inquinamento
Per individuare eventuali altre fonti di inquinamento da Pfas sul territorio regionale, Arpa Piemonte «ha attivato una campagna di controlli di scarichi che potenzialmente potessero essere fonti di immissione di Pfas nell’ambiente: aziende nel cui ciclo produttivo possono essere presenti Pfas (trattamento di rifiuti, trattamenti galvanici, produzione e trattamento dei tessuti, cartiere) e depuratori civili e industriali che scaricano su corsi d’acqua».