Alessandria Calcio, il futuro nero tra rinvii e compromessi
Bilancio non approvato: il revisore unico, ancora nominato da Di Masi, può chiedere la messa in liquidazione Pedretti non esclude l'acquisto del 100 per cento. Parla Zerbo
ALESSANDRIA – “Oggi capiremo di più“. L’unica frase che Andrea Molinaro concede dopo la tempesta che Enea Benedetto ha scatenato, per l’ennesima volta, sull’Alessandria Calcio con la cacciata di Ninni Corda che solo tre settimane fa era stato indicato come “unica persona autorizzata a parlare di questioni tecniche”.
E, soprattutto uomo di fiducia di Molinaro, Maione e Tonetto.
Proprio Benedetto precisa anche che “Corda è stato esonerato dalle mansioni sportive e licenziato dalle attività extrasportive“. Quali, nello specifico, le seconde non è dato sapere, visto che il ruolo era “direttore dell’area tecnica”.
Certo è che sulla causa, le vicende legate all’inchiesta della Procura di Brescia, anche Fabio Belloni, legale di Corda, ha più volte ribadito, per primo su questo sito, “l’infondatezza dell’accusa, che dimostreremo. E confidiamo nella magistratura, con cui il mi cliente ha subito collaborato”.
Nella burrascosa giornata di ieri sembravano vicini al licenziamento il team manager Jurgen Damoni e il segretario generale Filippo Marra Cutrupi, anche se, soprattutto per l’ultimo, sarebbe difficile espellere dal lavoro chi ancora non ha firmato un contratto, nonostante sul sito ufficiale sia stato annunciato un biennale. I due, però, al momento sono al loro posto.
Pedretti in pista
Alain Pedretti ha deciso la discesa in campo. L’obiettivo è, anzitutto, recuperare i 250mila euro concessi per raggiungere i 350mila per la garanzia alla banca, da cui ricevere la fideiussione per l’iscrizione al campionato.
Un impegno superiore a quanto sarebbe stato dovuto da chi detiene il 40 per cento delle quote, ma senza il quale non si sarebbe arrivati, appunto, ai 350 mila.
“Rivoglio i miei soldi, come chiedo da tempo, ma anche vedere tutta la documentazione sociale e contabile, libri e scritture contabili, registri Iva, fatture di acquisto e di vendita, estratti conto bancari, contratti stipulati.
“Dal 1° luglio nulla è stato consegnato a me e ai professionisti che mi seguono”. A tal fine all’Alessandria Calcio e a Enea Benedetto il Tribunale Ordinario di Torino ha notificato un decreto di fissazione udienza per il 22 novembre.
Non solo, l’atto contiene un decreto di sequestro conservativo, in considerazione della ” non manifesta infondatezza delle pretese creditorie del ricorrente” (Pedretti, assistito dall’avvocato Alberto Rubba, ndr) per 250mila euro.
Cosa significa questo? Al momento del cambio di garanzia, per ora ipotetico, con i 350mila messi da Molinaro, Benedetto dovrebbe ricevere indietro quanto presentato a giugno, ma proprio su quella cifra c’è il blocco disposto dal giudice per la quota di Pedretti.
E questo pare sia stato uno dei fattori che sta alimentando il rischio di non passaggio quote.
Benedetto sostiene di non avere ricevuto questo atto, (e sostiene anche di aver chiesto lui di essere audito dalla Procura il 14, quando invece c’è una indagine, protocollo 209), ma in realtà c’è anche una email di risposta, inviata dall’indirizzo dell’Alessandria Calcio, alla richiesta dei professionisti di Pedretti di entrare in sede, in due giornate della prossima settimana. A dimostrazione ulteriore che tutto è stato notificato.
Pedretti, al momento, non si sbilancia, “le opzioni sono diverse, anche prendere il 100 per cento e poi decidere se proseguire da solo o cedere ad altri l’intero pacchetto”, Ma la sensazione è che prevalga la voglia di tornare in campo, magari affiancato da un socio economicamente solido.
Rischio concordato
L’azione dei legali di Pedretti può sommarsi con quella del revisore dei conti unico (non c’è collegio sindacale), che è sempre lo stesso della presidenza Di Masi, perché non è stato mai nominato un sostituto.
A fronte della mancata approvazione del bilancio al 30 giugno 2023 e non aver fornito dati contabili né al socio di minoranza, né al revisore stesso, potrà essere chiesta la messa in liquidazione della società, un altro passo verso un baratro che rappresenta l’ultimo tratto di un disegno iniziato da tempo.
Il concordato non impedisce di proseguire la stagione e non necessariamente porta al fallimento, ma di certo in una situazione simile molti giocatori, appena possibile, cioè al mercato di gennaio, cercheranno un’altra squadra e resteranno solo elementi assolutamente non in grado di disputare la categoria.
E intanto Zerbo…
Dopo un mese di silenzio è tornato a parlare Rinaldo Zerbo. Per sostenere la sua non responsabilità nella penalizzazione per i mancati pagamenti Irpef da effettuare entro il 15 settembre, anche se all’epoca era direttore amministrativo. “Non ho mai avuto la contabilità sotto mano, mi è sempre stato impedito in quanto la gestione è stata sempre fatta dal presidente, personalmente. Per il suo ruolo è l’unico che ha potere decisionale e di firma“.
“Se e quanto e cosa ha pagato, o non pagato io non sono a conoscenza, neppure di modalità o scadenze. Posso solo dire che il presidente ha fatto del suo meglio, considerando il fatto che ha dovuto fare tutto da solo, in quanto l’altro socio mi pare non fosse mai disponibile”.
Un ritorno sulla scena che potrebbe essere legato anche alla volontà di tornare operativo in sede.
Intanto, però, aumentano le richieste di creditori e ci sarebbe anche un decreto ingiuntivo di un ex dipendente, per una somma alta.