Alessandria, Ninni Corda e il calcio fatto di ordine e disciplina
Operativo da un mese al Moccagatta, una piazza in cui ha portato il suo 'credo' calcistico, dentro e fuori dal campo
ALESSANDRIA – I quattro comandamenti di Ninni Corda, l’uomo nuovo dell’Alessandria, sono: “Ordine, disciplina, concentrazione, voglia di sacrificarsi“. Non del calcio, in cui è un veterano, prima in panchina, poi alla scrivania. “La mia scrivania è il campo, vicino alla squadra. Il lavoro si costruisce lì”.
Ninni Corda da Nuoro
Un mese di lavoro, debutto il 9 ottobre, l’incarico di responsabile dell’area tecnica ricevuto da Enea Benedetto, che al momento è il legale rappresentante della società grigia, contratto fino a giugno 2024, con opzione per il rinnovo. Ma Ninni, classe 1974, da Nuoro, è uno abituato a pensare “partita dopo partita, soprattutto in una situazione come la nostra”. E sottolinea ‘nostra‘, perché ha impiegato poco a entrare nel cuore di una società che aveva affrontato da avversaria e individuato, da qualche mese, come approdo gradito per la sua storia umana e sportiva.
Nessun alibi
Alibi non ne ha mai dati a se stesso, figuriamoci se li concede alle persone che sono al suo fianco, calciatori, tecnici e dirigenti. “Sono allergico agli alibi: non lo sono la condizione fisica, le assenze di qualche titolare, la situazione societaria, le decisioni degli arbitri, la forza degli avversari.
Ninni Corda, anche adesso che non allena più, sta sempre a bordocampo. “Mica per condizionare l’allenatore. Lui ha la guida della squadra e fa le scelte. Ci confrontiamo, certo, ma decide lui, io posso solo condividere con lui e lo staff le mie sensazioni”.
Il Banchini ritrovato
Di solito un direttore tecnico (o sportivo) sceglie l’allenatore. All’Alessandria se lo è trovato già operativo. “Con Marco Banchini c’è un rapporto di anni, dal periodo di Como, in cui ebbe la possibilità di avere una squadra tutta sua. Non mi prendo alcun merito, perché poi ognuno definisce il suo percorso, ma quell’esperienza, vincente, credo sia stata strategica per il suo futuro. Con Marco ci siamo sentiti anche nei giorni precedenti il suo accordo con l’Alessandria”.
Sapeva, Banchini, che di lì a poco vi sareste ritrovati fianco a fanco? “Qualche voce circolava negli ambienti, ma non c’era ancora l’ufficialità”.
A Como la ‘separazione’ tra voi aveva avuto qualche strascico polemico. “Non per colpa di Banchini e neppure mia. Ma ci siamo chiariti, lavoriamo bene insieme. Anche perché i miei principi sono i suoi, vedo come li sta applicando anche a questo gruppo. Anzi, posso dire che l’ho ritrovato migliorato”. In che senso? “A Como dopo due successi subentrava un eccesso di entusiasmo, anche nelle parole. Qui è bravo a tenere i ragazzi, e a tenerci tutti sul pezzo. Anche trovando, in una vittoria bella come quella con l’Atalanta U23, qualcosa da correggere e migliorare. Si deve crescere sempre”.
Dal ‘Casteddu’ ai Grigi
Così Corda ha sempre approcciato il calcio, da quando, correve l’anno 2000, ha iniziato ad allenare, nel settore giovanile del Cagliari, per sei stagioni.
Poi i ‘grandi’: Tempio, Como, Alghero, Tavolara, Savona, Barletta, a Foggia tre ruoli, direttore generale, allenatore e direttore tecnico. “Campionati ne ho vinti. E salvezze ne ho conquistate, con squadre che partivano molto indietro in classifica. Penso, ad esempio, ad Alghero”.
La parentesi Seregno
Apriamo il capitolo meno felice, Seregno. “Sono nel calcio da quasi 30 anni, ho incrociato la mia strada con almeno un migliaio di giocatori, e con moltissimi allenatori e dirigenti. Mai avuto un problema, a parte la parentesi di Seregno, in cui mi sono state rivolte accuse infondate. Ho fatto causa, civile, penale e amministrativa nei confronti di alcune persone e sono sicuro che la verità verrà a galla. Dal punto di vista sportivo ho patteggiato tre mesi, già scontati: non è ammissione di colpa, semplicemente per superare i limiti della giustizia sportiva, che considero molto giustizialista”.
Prima di Alessandria c’è stato Chiasso, poi il ritorno in un mondo, quello della terza serie nazionale, che Ninni Corda conosce molto bene. Cosa risponde a chi sostiene che gli effetti della ‘cura Corda’ si vedono già? “Che il merito è di tutti, non di uno. Ho dato alcune indicazioni, la prima, strategica, è: cambiare mentalità. Passo per essere un duro? Se significa mettere gli allenamenti alle 6 del mattino se non c’è dal gruppo la risposta che serve, allora sì, sono un duro. Fiero di esserlo, richiamando tutti alle proprie responsabilità. Come ho fatto anche in queste ore dopo la vittoria con l’Atalanta”.
Siafa non lo ha scelto lei, però è un innesto che convince. “Ha grandi potenzialità, compito del mister e mio, è aiutarlo a crescere, perché se saprà ascoltare potrà anche ambire a categorie superiori”.
Alessandria-Corda
Come è il rapporto Alessandria – Corda? “Da avversario sono sempre stato conquistato dalla piazza e della gente. Adesso che la vivo insieme a persone che danno tutto, anche dentro la sede, e che, rispetto ai primi giorni, adesso vedo lavorare con il sorriso, ho capito perché ho sempre desiderato tanto fare calcio qui. Sto ricevendo moltissimo”.
La prossima settimana ci sarà il passaggio di proprietà? ” Non è risposta di mia competenza. Penso al campo“.
Il mercato di Ninni Corda
E il mercato che verrà? Corda è già completamente immerso nelle trattative, pure se dribbla l’argiomento, ritaglia spazi per andare a seguire anche categorie inferiori, “perché i talenti spesso sono dove meno te li aspetti ed è bravo chi li scova per primo”. Ma non fa nomi: ci saranno movimenti, anche in uscita, “meglio fare punti“. E sa bene, il direttore tecnico dei Grigi, che anche una classifica più tranquilla è argomento per convincere i giocatori.