Bimba di 3 mesi maltrattata dai genitori: l’allarme dato da uno zio
Le indagini della Polizia sono ancora in corso: bisognerà capire le posizioni di mamma e papà
ALESSANDRIA – E’ stato uno zio, da parte del padre della bimba di tre mesi ricoverata all’Infantile con lesioni riconducibili a maltrattamenti, a far scattare l’allarme.
Quando i soccorritori sono arrivati hanno portato la piccola in ospedale. Dove non sono bastate le spiegazioni date dai genitori sul come potesse essersi ferita. Perché l’esame esterno effettuato da un medico legale ha escluso la compatibilità di quelle lesioni con fatti accidentali. Ed è scattato l’arresto di mamma e papà: 24 anni lei, 27 lui.
Le indagini della Polizia
I genitori della bambina (le cui condizioni sono fortunatamente migliorate) sono accusati di maltrattamenti e lesioni. La ragazza è difesa dagli avvocati Lorenzo Repetti e Laura Masuelli, mentre il 27enne dall’avvocato Andrea Boscolo.
Venerdì scorso, il Gip ha convalidato il provvedimento della Polizia: lei è in carcere a Vercelli, lui ha atteso l’udienza di convalida nel penitenziario alessandrino. La giovane mamma si è avvalsa della facoltà di non rispondere , richiamando le dichiarazioni rese in precedenza. Il padre, invece, avrebbe dato la sua versione dei fatti.
Che risalgono a lunedì 23 ottobre, quando gli operatori della Squadra Mobile con il personale dell’Ufficio prevenzione generale e soccorso pubblico sono intervenuti in una abitazione. Dove era stata segnalata la terribile situazione di una neonata oggetto di gravi maltrattamenti da parte dei genitori. La piccola era nella culla con lesioni al volto e in altre parti del corpo.
Convalida dell’arresto
La Polizia ha ascoltato i parenti e i vicini di casa e proceduto all’analisi dei cellulari dei due fermati. La bambina non è in pericolo di vita ma ha lesioni serie al corpo e al cranio. Durante la convalida dell’arresto, la mamma della piccola si è sentita male ed è stata soccorsa dai medici del 118.
In questo contesto, bisognerà anche stabilire il futuro della piccola. Tra le ipotesi, anche quella dell’affidamento a un famigliare.