«Una foto per raccontarvi che è bello fare un lavoro che dà gratificazioni»
La luce di una nascita nel buio del periodo Covid. Ma è un’immagine che continua a rappresentare il lato positivo di una professione “molto umana”
La foto direbbe ancor più se non avessimo avuto la necessità di oscurare gli occhi del bimbo, il cui sguardo, vi assicuriamo, è intenso come quello della persona che lo tiene in braccio. Ma, già così, rivela parecchio quest’immagine, scattata nel reparto di Ostestricia dell’ospedale di Alessandria. Era tempo di Covid, la mascherina faceva parte del “kit” di ogni operatore sanitario.
In un periodo funesto per tutti noi, il buio in cui era immerso il sistema sanitario veniva interrotto quasi esclusivamente dai bagliori di un luogo dove non per nulla si “viene alla luce”, La foto è stata scattata da una collega di Simona Lumi, che è la oss immortalata. 48 anni, abita a Masio, ha due figli partoriti in quello stesso reparto, 16 e 12 anni fa. Lavora dal 1997. Un decennio in casa di riposo, poi il concorso e l’ingresso al Santi Antonio e Biagio.
Dopo un periodo a Medicina, è passata a Ostetricia e Ginecologia. «Ed è tutto un altro vivere» ammette.
Senza tempo
Simona ci ha mandato la foto pochi giorni fa: «È un’immagine che mi è sempre piaciuta e rispecchia parte del mio lavoro».
“Meglio mai che tardi” è una vecchia regola del giornalismo che, stavolta, accantoniamo per la bellezza di uno scatto che pare non avere tempo, ma che, al contrario, potrebbe fare sempre (buona) notizia.
«Non ricordo neppure se tenevo in braccio un bambino o una bambina – dice Simona – Quel che conta, per me, è che da questa foto emerge uno degli aspetti più significativi del mio lavoro, malgrado non manchino i momenti complicati, anche in un reparto come questo».
«Noi, figure positive»
Il bello della professione di oss sta anche nel rapporto con le pazienti: «Alcune sono ricoverate perfino per un paio di mesi. E trascorrere le giornate in ospedale non è certo piacevole – racconta – Grazie alle chiacchiere e alle risate si cerca di far trascorrere il tempo un po’ più velocemente. Con qualcuna si crea un bel rapporto che prosegue anche dopo le dimissioni. C’è poi chi passa a trovarci e chi ci invia le foto del bambino per farci vedere come sta crescendo… Sono gratificazioni che arrivano, magari, dopo periodi difficili».
«Secondo me – aggiunge – noi oss siamo figure positive, considerate come quelle che offrono un supporto fondamentale. Succede ovunque, tanto più in un reparto che è considerato un’isola felice. E dove, finalmente, si gode di un po’ di stabilità, grazie al nuovo direttore (Davide Dealberti, ndr) arrivato dopo varie vicissitudini. Vuol dire tanto, sapete…».