Roberto Lasagna presenta ‘Dolcissime’ di Francesco Ghiaccio
Domenica 15 ottobre il regista parteciperà all'incontro nel Teatro Ideal
Roberto Lasagna è uno psicologo alessandrino, saggista cinematografico e direttore artistico del Festival Adelio Ferrero Cinema e Critica. Domenica 15 ottobre introdurrà la proiezione del film “Dolcissime” di Francesco Ghiaccio. Il regista parteciperà all’incontro (ore 21,15, ingresso gratuito, Teatro Ideal di Rosignano Monferrato). Il film è incentrato sulla relazione di Mariangela, Chiara e Letizia, tra amiche costrette a fare i conti ogni giorno con gli odiati chili di troppo. Con Roberto Lasagna parliamo un po’ del film.
Quanto è importante per uno psicologo allargare lo sguardo attraverso la visione di film come “Dolcissime”?
Il cinema è importantissimo per la formazione di chiunque intenda avvicinarsi alla realtà con sguardo non convenzionale. Sono contento che l’Associazione Educational Forum di Casale Monferrato mi abbia chiamato per presentare i film di questa rassegna che, avendo alla base il tema dell’interculturalità, ha permesso di spaziare in tematiche varie tutte unite dal filo conduttore dell’apertura, del dialogo tra mondi e culture. Nel caso del film ‘Dolcissime’, che sarà proiettato domenica sera a Rosignano Monferrato, il regista Francesco Ghiaccio ha cercato di individuare un tono leggero per raccontare tre amiche alle prese con le quotidiane difficoltà psicologiche, riflesso degli sguardi di disapprovazione dei compagni e delle risatine attorno alla loro dimensione “oversize”. All’interno di un cinema italiano che difficilmente affronta con la dovuta delicatezza e serietà i temi dell’adolescenza, “Dolcissime” merita di essere riproposto perché il film mette al centro il corpo femminile con l’intenzione di lasciar comprendere come esso sia il luogo della definizione dell’identità.
Francesco Ghiaccio, con “Dolcissime”, tenta di affrontare il tema della comprensione della fisicità delle ragazze, ci riesce?
Secondo me è proprio in questa luce che il film è riuscito e merita attenzione. Il corpo delle donne, e quello delle ragazze in particolare, diventa in “Dolcissime” il campo in cui si gioca l’accettazione dei coetanei. Per le protagoniste, l’occasione di riscatto giunge inattesa, grazie alla bella Alice, capitano della squadra di nuoto sincronizzato, costretta ad allenare in gran segreto le tre ragazzine che, pronte a lanciarsi in un’impresa inimmaginabile, danno espressione alla loro gran voglia di rivincita.
Credi che manchi nel cinema italiano uno sguardo che liberi lo spettatore dalla consueta sollecitazione, comica o melodrammatica, sul disagio femminile?
Chiaramente ogni tanto un film manifesta una sensibilità spiccata e un’attenzione non banale: è proprio il caso di ‘Dolcissime’, un racconto in grado di allearsi con le sue protagoniste, di affrontare il sentimento di vergogna, di escludere che al cinema (come nella vita) si debbano vedere solo corpi femminili standardizzati. E la fotografia di Ferran Paredes Rubio, nel film, fa un grande lavoro, cogliendo grazia e sensualità specie nelle sequenze sott’acqua. Ci sono registi come Ghiaccio, o come Piccioni, la cui sensibilità verso il femminile merita di essere riscoperta.