Confindustria: “Frenata prevista”. Ma resta l’allarme per i prezzi

L'indagine congiunturale: "L'economia rallenta, ma sono ancora buone le prospettive per occupazione e produzione". E, come al solito, per gli investimenti

ALESSANDRIA – Una frenata prevista, quella rilevata dall’indagine congiunturale di Confindustria Alessandria, presentata questa mattina. Con le previsioni per il trimestre ottobre-dicembre e con gli imprenditori presi a campione (113 tra industrie manifatturiere e dei servizi alla produzione) che si mostrano meno ottimisti rispetto al trimestre estivo.

Il segnale d’allarme arriva dai temuti aumenti dei prezzi e di quelli, ormai certi, dei tassi d’interesse. Anche se, come sottolinea Beppe Monighini, responsabile dell’Ufficio studi “è fisiologico che, in questo periodo dell’anno, ci siano queste attese. Tutt’altra cosa, però, rispetto all’autentico impazzimento dei prezzi dello scorso anno”.

“Dati in linea”

La presidente degli industriali alessandrini, Laura Coppo, evidenzia come i dati del trimestre autunnale di questo angolo del Piemonte siano in linea con quelli nazionali e regionali, “con la gioielleria e gli alimentari che fanno registrare numeri migliori rispetto a quelli italiani”.

Una premessa: gli indici che segnalano lo sbilancio tra ottimisti e pessimisti sono discordanti. Alcuni si contraggono ma altri migliorano rispetto all’indagine di un anno fa. Ad esempio è sempre alta la propensione a investire, stesso discorso per l’utilizzo degli impianti. Negativa la previsione sulla redditività e anche gli ordini export sono in calo, anche se continuano a tenere quelli dell’alimentare e della gioielleria.

Nel dettaglio, la previsione dell’occupazione è a +7 (nei tre mesi precedenti era a +8), quella della produzione è a +5 (scende, da +7), per gli ordini totali si registra un altro calo: da +4 all’attuale zero. Si diceva degli ordini export, che scendono a – 8 dal precedente + 5. Negativa anche la previsione che riguarda la redditività, a -4 (era a +3). Al contrario, la propensione a investire è sempre alta, tocca il 71%, segno che gli industriali continuano a pensare in positivo, investendo. I prezzi. Il 39% delle imprese prevede un aumento delle materie prime (dal precedente 31), il 45% dei costi dell’energia (nel trimestre scorso erano solo il 16% a pensarla così) e il 41% della logistica (dal precedente 26).

E infine c’è il troppo lento calo dell’inflazione “con una inevitabile riduzione dei consumi – commenta Laura Coppo – e, di conseguenza, un danno per le imprese”. Riassumendo, “prezzi e costo del denaro influenzano le famiglie e, di riflesso, l’economia. Così condizionano le aspettative delle imprese”.

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