Rinaturazione del Po: il progetto è stato sospeso
Confagricoltura, che aveva espresso perplessità, ne auspica la revisione radicale
ALESSANDRIA – Il progetto di Rinaturazione del Po, finanziato con fondi Pnrr, è stato momentaneamente sospeso. A comunicarlo è il soggetto attuatore, Aipo, agli enti ed associazioni coinvolti nella Conferenza dei Servizi, tra i quali anche Confagricoltura.
La stessa Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po), ha evidenziato «diverse e numerose criticità che ad oggi non consentono al soggetto attuatore di poter perfezionare la determinazione conclusiva e proseguire nell’attuazione dell’intervento».
Le perplessità di Confagricoltura
Anche Confagricoltura Alessandria, insieme a Confagricoltura Piemonte, aveva evidenziato, nella nota trasmessa ai ministri competenti e nel corso della Conferenza dei servizi, come gli interventi proposti «non costituiscano per i territori coinvolti opportunità economiche vantaggiose e, a nostro avviso, non considerano l’operato degli agricoltori impegnati fino ad oggi nel presidio di queste aree, che andrebbero incontro ad abbandono certo, dando spazio alle specie alloctone e a infestazioni di ogni genere».
Spiega Confagricoltura come «Gli interventi del piano avrebbero di fatto bloccato tutto il settore della pioppicoltura, senza garantire vantaggi né alla rinaturazione, né nel caso di piene e alluvioni».
«Oltre al danno per i nostri agricoltori che avrebbero dovuto, in alcuni casi, abbattere i pioppeti, abbiamo messo in evidenza anche un possibile impatto negativo sull’ambiente in quanto le aree coltivate a pioppo garantiscono un rallentamento della corrente durante le piene, lasciando defluire l’acqua in modo più controllato», spiega la presidente di Confagricoltura Alessandria Paola Sacco.
L’associazione degli imprenditori agricoli aveva chiesto che venisse ripensata la destinazione dei 357 milioni di euro previsti dal Pnrr alla voce “Tutela del territorio e della risorsa idrica”, in favore di una gestione locale sostenibile di torrenti e piccoli fiumi, che preveda la pulizia degli alvei e il consolidamento degli argini, coinvolgendo maggiormente gli attori locali.
«L’obiettivo degli interventi – conclude Sacco – dovrebbe includere una più efficace gestione e regimazione del fiume stesso che possa consentire la convivenza tra ambiente e attività agricola».
«Auspichiamo che questo stop tecnico-procedurale – aggiunge Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte e presidente nazionale dei produttori di legno di Confagricoltura – possa rappresentare l’occasione politica per aprire un confronto e rivedere radicalmente il progetto destinando i fondi ad una più efficace gestione e regimazione del fiume stesso, andando a riconsiderare anche interventi di bacinizzazione piuttosto che di rinaturazione».